Virtussini - il forum dei tifosi della Virtus Bologna basket

Libri di basket

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view post Posted on 16/2/2012, 11:46
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In uscita ‘L’uomo dell’ultimo tiro’, la biografia di Nando Gentile
speriamo che parli solo del periodo da giocatore... :B):
 
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view post Posted on 21/2/2012, 09:43
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view post Posted on 18/9/2012, 11:07
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nessuno di voi ha mai letto o anche solo sfogliato il libro "Semplicemente il Prof" dedicato ad Enzo Grandi,compianto preparatore atletico della Virtus negli ann' 80 e '90?
se sì, è questo qlibretto qui?

http://files.virtuspedia.webnode.it/200001...menteIlProf.pdf
 
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view post Posted on 14/11/2012, 08:36
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Sto leggendo questo:

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view post Posted on 14/5/2013, 16:57
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view post Posted on 27/6/2013, 07:29
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è uscito il nuovo libro di Daniele Vecchi (quello che ha scritto Heroes e Playground in USA): Old Timers, solo che non mi ha mandato né un link né una foto, solo un .pdf che non è caricabile sul forum...
 
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view post Posted on 30/9/2013, 08:23
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sto leggendo questo libro: http://inlibreria.inmondadori.it/2013/06/2...-jack-mccallum/
finora molto interessante, con retroscena gustosi.
 
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view post Posted on 6/9/2016, 14:11
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da bobasket
LUNEDI’ 19 IN SALA BORSA LA PRESENTAZIONE DI “BASKETBALL R-EVOLUTION”, IL LIBRO DI FLAVIO TRANQUILLO

Il jazz è libertà di espressione, la musica è l'arte dell'improvvisazione, e la stessa cosa vale per il basket, in cui i fondamentali hanno la funzione delle note nella musica. Da lì in avanti si improvvisa in ambedue i campi, ed è una cosa bellissima.
Wynton Marsalis

Cinque uomini, un ideale quintetto di rivoluzionari del Gioco made in Usa: l'allenatore-uomo d'affari, il giocatore all'avanguardia, lo scommettitore incallito, l'arbitro tutto d'un pezzo e il coach visionario.
Storie vere che raccontano come il cambiamento, dentro e fuori dal campo, ha più a che fare con la forza di volontà e la capacità di cogliere delle opportunità che con la tecnica e il talento.
Le leggendarie imprese di Bob Douglas e degli Harlem Rens, la rivoluzione del tiro operata da Kenny Sailors, la controversa figura di Jack Molinas, la personalità senza limiti di Earl Strom e il genio tattico di Pete Newellrappresentano alcuni dei momenti più significativi dello sport che più di tutti ha incarnato la libertà d'espressione e d'interpretazione, nel Gioco come nel pensiero.
Lunedì 19 settembre alle 18 in Auditorium Enzo Biagi il giornalista Flavio Tranquilloparlerà del suo ultimo libro Basketball R-Evolution con Marco Sanguettoli.
L'incontro è realizzato in collaborazione con l'editore Baldini & Castoldi.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
 
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view post Posted on 19/10/2016, 21:00
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DAVIDE LAMMA, A NOVEMBRE UN LIBRO SCRITTO CON DAMIANO MONTANARI
Davide Lamma – assieme al giornalista Damiano Montanari – sta lavorando a un progetto editoriale per la Minerva Edizioni, la cui uscita è prevista per il mese di novembre. Lo rende noto la stessa casa editrice attraverso un post su Instagram, che riportiamo:

A cosa staranno lavorando #DavideLamma e Damiano Montanari? Lo scoprirete con le nostre prossime uscite di #Natale2016… nel frattempo lavoriamo sodo per proporvi tanti titoli da leggere tutto d’un fiato.
#Fortitudo #Firtitudobasket #basket #pallacanestro #workhard #working #work #sport #MinervaEdizioni #librisulibri #ticonsigliounlibro #bookholic #libri #leggere #lettura #libridaleggere #leggeremania #instabook #instalibri #leggerechepassione #consiglidilettura #ilovereading #igread #bookaddicted #goodreads #books #book #bookstagram

Da BolognaBasket
http://bolognabasket.it/davide-lamma-a-nov...iano-montanari/
 
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view post Posted on 7/12/2016, 22:09
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SABATO POMERIGGIO LA PRESENTAZIONE DI “CUGINI MAI”, IL LIBRO DI ENRICO SCHIAVINA SULLA STORIA DEL DERBY
Verrà presentato sabato pomeriggio (ore 16) a Palazzo Re Enzo “Cugini mai”, libro scritto da Enrico Schiavina per Minerva sulla storia del derby di Bologna. Questa la scheda del libro.

Una città, due squadre, cinquant’anni di rivalità. Bologna, la Fortitudo e la Virtus. Oppure la Virtus e la Fortitudo, a seconda dei punti di vista. La storia di un dualismo che non ha eguali nel mondo del basket italiano, e che ormai è uscito dai confini del suo sport per segnare i tratti caratteriali di chi lo vive quotidianamente, e della città che vi fa da contorno. Sette anni dopo l’ultimo (29 marzo 2009), cinquant’anni dopo il primo (15 dicembre 1966), Bologna ritrova la madre di tutte le partite: il derby.
Il racconto e il riepilogo di mezzo secolo di sfide all’arma bianca, rivissute una a una attraverso le cronache, gli episodi, gli eroi, i tradimenti, i fatti e le leggende metropolitane: tutte le 103 partite ufficiali (più una) giocate tra la F e la V. La Forza e la Virtù, perennemente in guerra tra loro, eppure molto spesso anche a braccetto.
Trionfi e disfatte, scudetti e coppe, campioni e bidoni, aneddoti e analisi tecniche, storie e statistiche. E poi le follie del tifo, cinquant’anni di evoluzione di due mondi, due filosofie, due stili di vita. “Cugini mai” mette assieme tutto questo, camminando in equilibrio sul filo sottilissimo che divide guelfi e ghibellini del canestro. Aiutandosi con le immagini, le più belle e significative di una saga dalle radici antiche ma più attuale che mai.


Da BolognaBasket
http://bolognabasket.it/sabato-pomeriggio-...oria-del-derby/
 
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view post Posted on 23/10/2019, 08:10
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OGGI LA PRESENTAZIONE DI “PILLACANESTRO”, “UN LIBRO PER CHI VUOLE LEGGERE STORIE CHE PARTONO DALLA PASSIONE PER IL GIOCO”
Enrico Faggiano 23/10/2019
Stefano Pillastrini presenterà il suo libro “Pillacanestro” oggi alla Casa della Carità di Corticella, in via del Tuscolano, e martedì prossimo in Fortitudo. Lo abbiamo sentito per farci raccontare da dove è nata questa idea.

“E’ un libro che parla delle mie esperienze, che sono state molto varie. Come dice il sottotitolo, io vengo dai campetti, dal basket della strada, quello dove si gioca per il divertimento. E ho fatto di tutto, allenando dal minibasket all’Eurolega, dai piccoli club fondandone anche uno, il Corticella San Savino, arrivando alle due bolognesi, a Pesaro, Treviso e Varese. Piccoli centri e metropoli, grandi proprietari come Scavolini e altri particolari come Sabatini. Si parla di queste cose, non di tecnica. Vite vissute, persone, i giocatori che ho allenato, i giovani e i veterani, i miei assistenti, i preparatori, tutto quello che ho vissuto e ho incontrato. E il camp di Cesenatico, altra cosa importante nella mia vita”

Il fatto che ci sia un intento di beneficienza offre una luce ancora più forte all’opera. “Mi hanno chiesto se darò parte dell’incasso, in realtà è il totale che va alla Casa della Carità di Corticella, e il tutto è stato stampato a mie spese. E’ un posto che mi è caro, dove sono cresciuto, dove ho capito cosa vuol dire fare squadra e aiutare gli altri. Lì, ho capito che con il sorriso si può fare tanto”

Come è nata la tua passione per il basket? “Da due biglietti che l’Onorevole Tesini, capufficio di mio padre e all’epoca presidente Fortitudo, regalò a mio padre. Ero in prima media, e io fino ad allora avevo solo guardato qualcosa in tv con la voce di Aldo Giordani. Quei due biglietti mi hanno aperto un mondo, poi quando ne sono arrivati di meno ho fatto l’abbonamento, anche a tutte e tre le bolognesi: Virtus, Fortitudo e Gira”

La Fortitudo è stata la tua palestra. “Assolutamente. Io ho cominciato prima come tifoso, poi come appassionato, cercando soprattutto di capire le logiche del gioco. Poi sono andato a seguire i bambini, le foresterie, le giovanili, e poi ho fatto il salto alla prima squadra. Tutto questo sotto la presidenza di Gambini, che mi ha preso prima per i giovani, e poi facendomi diventare allenatore a 29 anni e iniziando quindi la mia carriera”

Punti di riferimento ne hai avuti, modelli? “Il mio allenatore delle giovanili Bruno Bernardini e il mio primo capo allenatore, Andrea Sassoli. Sono quelli da cui ho cercato di imparare di più. Poi, quando ho cominciato a fare la voglia dell’allenare, potevo guardare Peterson e Nikolic che in quel momento erano entrambi a Bologna, ed ogni partita era un clinic. Poi una bella scuola sono stati i derby giovanili contro la Virtus di Ettore Messina. Erano derby juniores, ma erano comunque una grandissima scuola”

Quando hai avuto per la prima volta una prima squadra l’hai visto come un punto di arrivo o di partenza? “Era Fortitudo-Arese nel 1990, e sinceramente non saprei rispondere. Non ho avuto mai una grande ambizione, sono diventato allenatore per una serie di eventi. Io avevo esempi di persone che facevano l’insegnante di mattina e allenavano di pomeriggio, e pensavo avrei fatto uguale. Per me già allenare era un sogno, era come non dover lavorare. Non ho mai vissuto l’ambizione di doverlo fare per forza, le cose sono arrivate in automatico, e non ho mai allenato le giovanili con l’idea di vincere un campionato (anche se poi è successo), tanto che davamo in prestito i giocatori (vedi Cessel a Brindisi) quando ritenevamo che per la loro crescita fosse meglio. Però, dal titolo juniores 1989 al diventare capo allenatore, forse ho iniziato a pensare che sarebbe potuto essere il mio mestiere. Ma non era il mio obiettivo principale.”

Un piano B lo hai mai avuto? “Assolutamente sì. Proprio per questo quando ho abbandonato l’idea di fare l’insegnante ho pensato di progettare la mia vita in funzione della famiglia, che poi con il tempo è diventata numerosa. Per questo abbiamo pensato all’Eurocamp, alle attività estive, appunto per non dipendere solo dalla pallacanestro allenata che non poteva dare certezze. Ho gestito la mia carriera in logica geografica, prefendo ad esempio Montegranaro in B piuttosto che andare in Europa al Prokom. Volevo stare vicino a casa, e per fortuna ho sempre avuto la possibilità di scegliere posti dove volevo andare, senza pensare alla categoria, tanto che spesso sono andato in leghe inferiori dove se non vinci ti etichettano in maniera negativa”.

Delle tante squadre e giocatori che hai avuto, chi è che magari ricordi con maggiore simpatia? “Gli inizi, perché quando abbiamo vinto la juniores del 1989 con la Fortitudo è stato un momento chiave. Poi ho avuto altre promozioni, almeno sei più quella di Treviso da Silver e Gold poi annullata dalla riforma del campionato. Ho avuto anche altri grandi risultati, tipo Pesaro, ma quella vittoria, andando a reclutando pezzo per pezzo, in giro per l’Italia, giocatori quasi sconosciuti perché non avevamo i soldi per lo scouting come altre cose, rimane nel mio cuore. Questo mi ha fatto diventare un allenatore conosciuto”.

Cosa è cambiato in questi trent’anni, sia a livello giovanile che di professionisti? “La mia generazione è stata quella più fortunata, ha vissuto gli investimenti più importanti per le juniores quando eravamo quasi più considerati degli allenatori pro. Dopo la Bosman questa cosa non è più esistita e il movimento si è impoverito. Oggi le squadre sono delle multinazionali, il mercato è sempre aperto, noi allenatori dobbiamo essere sempre pronti all’usa e getta, si fatica a seminare per avere un raccolto successivo ma si deve avere tutto subito. Però la professionalità dei giocatori è aumentata: sanno che senza la protezione del cartellino è un attimo restare a piedi. Quindi tante piccole cose sono più controllate, come l’alimentazione o la cura del proprio corpo”

A chi è rivolto il libro? “A chi è interessato a conoscermi, e a leggere storie di basket umili, di quelle che partono dalle piccole cose, dalla passione, dal piacere del gioco. Non ho pretese di insegnare nulla, voglio solo condividere le mie esperienze. Ho allenato tanta gente, da Premier ad Albertazzi, fino a Davide Moretti. Ho avuto De Raffaele come assistente, tanti altri, e sono storie interessati”.

Puoi dire che il tuo unico fallimento sia stato il 1982-83, nel San Savino dove giocava lo scrivente? “E’ stata una squadra che, come tutte quelle che ho allenato, ha dato grandissime emozioni. Comunque quella società la feci inziare nel 1979. Ma sono state tutte esperienze bellissime, abbiamo fondato assieme agli amici della parrocchia un club dal nulla, e dal nulla sono arrivati tanti bambini a giocare con voglia e passione. Ed è bello essere ricordato. Devo però ammettere che nonostante il tuo talento cristallino, io non ero abbastanza preparato per tirare fuori tutto il tuo potenziale. Oggi forse sarei capace di fare meglio, ti ho tarpato le ali”

Ciao,
sono Stefano Pillastrini e ho scritto un libro che intendo presentare alla Casa della Carità di Corticella il giorno 23 Ottobre alle 20.30.
Il libro si chiama Pillacanestro e parla delle mie esperienze sportive dalle origini fino a oggi. Faccio questa presentazione alla “Casa” perché lì ho imparato molto e rappresenta molto nella mia crescita.
Le mie radici sono infatti corticellesi e le persone e i luoghi che ho frequentato nell’infanzia e nell’adolescenza hanno dato una grande impronta alla mia vita.
L’invito è per tutti gli appassionati vecchi e nuovi della Casa e del Basket corticellesi e non.
Mi piacerebbe incontrare tutte le persone con cui ho condiviso quei momenti e vorrei che la presentazione del libro fosse un’occasione per rivedere anche i vecchi amici.
L’intero incasso ricavato dalla vendita dei libri andrà in beneficenza alle case della carità.
Grazie

Il libro può essere ordinato scrivendo a [email protected]

Da BolognaBasket
https://bolognabasket.org/oggi-la-presenta...-pillacanestro/
 
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view post Posted on 2/9/2020, 16:54
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ESCE “IL TIRO DA QUATTRO”, LIBRO DI DARIO RONZULLI SULL’INCREDIBILE ANNATA DI BASKET CITY
La Redazione 02/09/2020
Quell’irripetibile stagione 1997-98 a Bologna



Esce il libro di Ronzulli (ed. inContropiede) sulla mitica annata che vide contrapposte Virtus e Fortitudo per la conquista dello scudetto e il trono di Basket City. E sullo sfondo la storia della città, la Bologna di fine Millennio

Le bolognesi Virtus e Fortitudo si sfidano per la decisiva gara 5 della finale scudetto di basket. È il 31 maggio 1998. Chi vince si prende il tricolore e la superiorità cittadina, chi perde dovrà subire gli sfottò dei rivali per settimane, forse per sempre. Nella storia della pallacanestro italiana è il momento più intenso di una stagione unica perché a Basket City sono arrivati soldi a palate e grandi campioni. A regalare lo scudetto alla Virtus sarà un vero colpo di genio di Sasha Danilovic con il cosiddetto tiro da quattro. Tutto questo e molto altro nel libro di Dario Ronzulli dal titolo “Il tiro da quattro”.

L’autore descrive nei particolari quell’annata irripetibile in cui le due squadre si sono affrontate dieci volte. Di questi derby, sette finirono punto a punto, dentro un canestro di scarto, entrati nell’ultimo minuto senza ancora un padrone, appesi a un tiro, segnato o sbagliato. Furono tutti decisivi per assegnare un trofeo: i punti di passaggio obbligati portarono, in ordine di apparizione, a una Coppa Italia della Fortitudo, a un’Eurolega della Virtus e infine a uno scudetto della Virtus. Non ci fu un solo premio, di quell’irripetibile stagione 1997-98, che non trovò una svolta dentro un derby.

Ma la vera protagonista della storia sta nello sfondo. È la Bologna di fine millennio, una città che poteva permettersi pure di avere Roberto Baggio nella squadra di calcio. “Il tiro da quattro” ha le prefazioni di Walter Fuochi e Flavio Tranquillo.

L’AUTORE

Dario Ronzulli, nato a Foggia nel 1982, è un giornalista sportivo. Ha lavorato a Radio Sportiva e a RMC Sport, seguendo da inviato Europei di basket, Final Four di Euroleague e finali di Champions League. Oggi per Radio Bologna Uno conduce il morning show ed è radiocronista delle gare della Virtus Bologna. Collabora inoltre con Tuttosport, Fantacalcio e Tuttomercatoweb.

PREFAZIONI

Walter Fuochi

“Un paio d’anni fa Alfredo Cazzola, attore protagonista dell’epopea, accarezzò pure il progetto di farne un docufilm, mettendo intorno a un tavolo un po’ di complici, a chiedersi se, più che le azioni di gioco, non sarebbe stato bello raccontare le storie individuali di quello che fu per molti bolognesi, in ogni caso, uno spartiacque cittadino, e non solo una storia di palloni. Alzandosi da tavola, l’idea meravigliosa restò tale, riassunta in quello che ancor oggi amici e parenti di diversa sponda sospirano da allora, sui bei tempi andati di Basket City. “Beh, in fondo ci siamo divertiti”. “Pensa noi…”.

Flavio Tranquillo

“Uno pensa che su un fenomeno del genere sia già stato detto tutto, e invece non è affatto così. Anche se “c’eravate”, quanto state per leggere vi farà capire che c’è ancora molto da sapere su quel tempo. Non fraintendetemi, non mi riferisco ai complottismi e alle panzane che rimbalzavano da un portico all’altro, suscitandomi allora (figuriamoci adesso) un misto di rabbia e tenerezza. Non credo che nemmeno Dario Ronzulli, per quanto documentato, possa dirvi se Zancanella fosse virtussino, se sia stata colpa di Wilkins, se tenendo Bianchini avrebbe vinto la Fortitudo o se Danilovic sia Dr. Jekyll o Mr. Hyde. Quello che si può capire meglio è che ci sono stagioni che vale la pena di vivere, anche nella loro esagerazione. Forse, per cui vale la pena di vivere”.

SCHEDA LIBRO
Titolo: IL TIRO DA QUATTRO
Autore: Dario Ronzulli
Pag.: 113
Costo: 14,50 euro
Copertina: Sarita
Per acquisti: Incontropiede.it
Prefazione di Walter Fuochi e Flavio Tranquillo

LA CASA EDITRICE
Il progetto Edizioni inContropiede nasce in Riviera del Brenta (provincia di Venezia) nel 2014. Piccola realtà editoriale pubblica volumi di letteratura sportiva (romanzi, saggi, guide turistiche, biografie, antologie di articoli, raccolte di racconti). La vendita dei libri avviene online, attraverso il sito internet ufficiale (www.incontropiede.it), store online e le librerie.

Per info:
Edizioni inCONTROPIEDE – Dolo (Venezia)
www.incontropiede.it[email protected]

Da BolognaBasket
https://bolognabasket.org/esce-il-tiro-da-...di-basket-city/
 
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view post Posted on 2/9/2020, 20:20
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CITAZIONE (*Max1972* @ 2/9/2020, 17:54) 
“Beh, in fondo ci siamo divertiti”.
“Pensa noi…”.

<3 <3 <3
 
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view post Posted on 3/9/2020, 08:08
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Novi te ipsum

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CITAZIONE (bosforo65 @ 2/9/2020, 21:20) 
CITAZIONE (*Max1972* @ 2/9/2020, 17:54) 
“Beh, in fondo ci siamo divertiti”.
“Pensa noi…”.

<3 <3 <3

La differenza sta tutta lì.....
Ciò detto la prima affermazione non vale per tutti i piccioni.
A me ne vengono in mente almeno un paio che quando alzo la mano con le quattro dita e porto l'indice dell'altra alla bocca (della serie state zitti) mi mandano a quel paese :woot:
 
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54 replies since 27/5/2010, 21:10   1041 views
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