Virtussini - il forum dei tifosi della Virtus Bologna basket

Bologna, La nostra magnifica città..

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view post Posted on 20/11/2008, 18:42
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corso on-line ad uso e consumo dei maruecos e di chiunque voglia restare lessicalmente giovane


bagaglio (anche "zavaglio"): sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. "Cos'è quel bagaglio lì?" domanderà con aria di superiorità il giovine felsineo additando il vecchio cellulare dell'amico dalle dimensioni di un cabina telefonica.

batedo: letteralmente equivalente alla locuzione "una gran quantità di". Il termine, pur nella sua sinteticità estrema, esprime con disarmante successo l'immagine onomatopeica del tamburellare incessante di qualcosa che si abbatte senza concedere tregua alcuna. "Ho preso un batedo d'acqua!" esclamerà correttamente l'ignaro cicloturista appena rincasato fradicio dopo l'ennesima bizza metereologica di queste mezze stagioni ritornate prepotentemente di moda.

bazza: intrallazzo, conoscenza tattica volta all'ingresso in disco senza sottostare a code di ore o allo sconto all'atto dell'acquisto del settimo aperitivo consecutivo al Rosarosae.

bona lè: basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. "bona lè, riga! non ne voglio mezza!" affermerà perentoria la fanciulla-bene all'incipiente quarantasettesimo tentativo di "intomellamento" ad opera del maldestro maraglio di turno. Vedi anche: "riga".

bulbo: capelli. Il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: "con questo vento hai un bulbo che non si affronta!"

càrtola: tipo giusto, molto fico, di un'altra (vedi). Se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche necessarie per fare colpo sull'universo femminile. Come comprensibile tale attributo non è collegabile in alcun modo al PEx.

cassa: o meglio "essere in cassa". Definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcooliche e depone a grande sfavore del soggetto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere. Es.: "mi sono preso una cassa assurda!" esclamerà il morigerato fanciullo la giornata susseguente ad una bravata con gli amici.

ciocàta: rimprovero, cazziatone. Più correttamente "cioccàta", in cui la doppia "c" viene immolata senza troppi rimorsi sull'altare della corretta pronuncia felsinea. "Ho preso una ciocàta pazzesca" asserirà
correttamente lo studente ripreso e ridicolizzato di fronte alla platea di compagni di corso dal prof che lo ha "sgamato" mentre copiava la soluzione del problema di Analisi 2 dalla fotocopia ridotta e filigranata del "Matricioni - Forti"

dare la molla: mollare, scaricare. Utilizzato principalmente nel senso di liberarsi della persona con cui si era soliti accompagnarsi. Alla domanda "dove l'hai messa la morosa?" il giovane bolognese che vorrà distinguersi
per eleganza e modernità risponderà convenientemente "cioé, le ho dato la molla, mi aveva troppo zagnato i maroni!" (vedi "zagnare")

della serie...: incipit per eccellenza che prelude ad una categoria di cui l'evento che viene commentato si ritiene faccia parte. Fondamentale la "s" sibilante e la "e" molto aperta affinché la locuzione sia effettivamente
giovane ed efficace.

essere di un'altra (o di prima, o di primissima): sottointeso "categoria". Locuzione utilizzata per esprimere entusiasmo e felicità per qualcosa. L'oggetto dell'espressione viene immediatamente posto al di sopra di ogni confronto con oggetti simili ma banalmente e tristemente più scadenti (di ultima).

fanga: scarpa. Tendenzialmente schivo e scarsamente esibizionista il giovane felsineo apostroferà il suo interlocutore appoggiando un lieve: "ho comprato delle fanghe in centro che sono di un'altra" .

fare il proprio numero (non...): locuzione di rimprovero che colpisce la giovane mente bolognese fin dalla più tenera età e che lo accompagna nel corso della sua esistenza pronunciata ora dall'amico di turno ora dalla
dolce consorte la quale, prontamente avvedutasi dell'imminente, ricorrente fragorosa digestione del compagno nel corso del pranzo di nozze della sorella, lo apostroferà così: "Non farai mica di nuovo il tuo numero?!"

gaggia: mento di notevoli dimensioni e sproporzionato rispetto al resto del viso. Tra gli esempi più famosi citiamo Celìne Dion e Michael Shumacher.

gebbo (o geppo): scarso, maldestro, personaggio di scarso spessore. Aggettivo dispregiativo utilizzato per additare persona sfigata di cui si nutre scarsa considerazione. L'espressione può essere rafforzata ulteriormente da specificazioni peggiorative come nei seguenti esempi: "gebbo di ultima", "gebbo da fuoco".

impalugare: allappare, invischiare. Tipico verbo da usare durante gare di Orzoro, pangrattato a cucchiaiate senza bere. Il giovane bolognese che tronfio estrarrà dal suo zainetto il mitico "tortino porretta" o il non meno temibile "buondì classico" (privo dell'effetto lubrificante della marmellata o della copertura di cioccolato) per la merenda si troverà irrimediabilmente impalugato e quindi bisognoso di ettolitri di liquido.

intappo: abbigliamento particolare, look. Utilizzato in modo particolarmente efficace per riferirsi a travestimenti o agghindature finalizzate alla partecipazione a feste a tema (intappo anni '70). L'arrivo di un amico dotato di zampa di elefante e stivaletto in pelle con cerniera laterale verrà convenientemente salutato con un efficacissimo: "meerda, che intappo! sei troppo di un'altra!"

intortare (da cui il sostantivo "intorto"): circuire, ammansire con discorsi possibilmente lunghi e fastidiosi a fini persuasivi. La pratica dell'intorto è tipicamente attuata dal giovane di tendenza che, sfoggiando camicia "di primissima" ed il dodicesimo calice di frizzantino al dehor del Rosarosae, dà prova di prorompente logorrea alla fanciulla trampolata di turno al fine palese di ottenere favori di natura sessuale.

lesso: tipo scarsamente sveglio. "Luilì è un lesso!" esclamerà la sagace fanciulla bolognese additando il giovane di passaggio il quale, la sera precedente, alla visione della suddetta in soli autoreggenti e sandali
con tacco vertiginoso, non ha compreso le malcelate intenzioni sessuali della focosa compagna.

maraglio: aggettivo sostantivato utilizzato per identificare ragazzi/e abbastanza grezzi che si mettono in mostra in modo vistoso e cafone. Il giovane della Bologna bene affermerà "che gran maraglio!" indicando platealmente il possessore della Renault 5 turbo con ruote iperlarghe e adesivi sul genere "turbo", "Rabbit", "O'neill".

non c'è pezza: locuzione ermetica che affonda le radici ai tempi di vacche magre in cui le pezze potevano sancire la salvezza di un capo di abbigliamento ormai logoro. Quando "non c'è pezza" significa che non vi è modo di recuperare lo strappo e, per traslato, sottolinea l'ineluttabilità di un evento senza che si possa fare niente per evitarlo o per negarlo. "Devo mettermi a dieta, non c'è pezza!" esclamerà non senza una nota di tristezza il giovane imbolsito da vagonate di tigelle e crescentine.

non si affronta: locuzione atta ad indicare situazioni o immagini al limite della gestibilità o comunque sgradevoli a qualunque dei cinque sensi (vedi esempio precedente)

non volerne (più) mezza: essere saturo di una cosa al punto di non volerne più sentire parlare. Appare evidente il superiore impatto emozionale della locuzione felsinea al confronto del ben più prolisso ed inefficace corrispondente italiano. Vedi anche "scendere la catena"

paglia: sigaretta. Tipica l'espressione del galantuomo bolognese il quale, dopo avere sorseggiato il quinto "mohito", si rivolge elegantemente al tavolo accanto al proprio biascicando: "oh, raga, avete una paglia?"

panno: coperta (del letto). Viene chiamato a gran voce dal galantuomo bolognese al sopraggiungere dei primi freddi apostrofando così la signora: "Oh, Cesira, tira fuori il panno!"

pezza: sostantivo derivato dal verbo "impezzare" ossia usare la dialettica per chiudere all'angolo un altro individuo contro la sua volontà, il quale, dopo alcune orette sbotterà "cioé, mi stai tirando una pezza allucinante! cioé, non ti si affronta: basta". Vedi anche "tomella"

pilla (fresca): soldi, denaro. Sostantivo generalmente utilizzato per sottolineare le capacità economiche famigliari che permettono al vitellone di sfilare di fronte al "Calice" sull'ultima spider in compagnia della gnocca di turno "merda che ferro! luilì ha della gran pilla!"

polleggiarsi: riposarsi, stare calmi. Viene utilizzata spesso la forma imperativa del verbo in tono intimidatorio per raffreddare i bollori del maraglio di turno che spinge per non fare la coda all'ingresso della disco:
"Oh, polleggiati subito!"

riga: basta, finito. La citazione della linea che determina la fine dell'elenco degli addendi nella somma del verdurajo definisce per traslato la fine di ogni attività. Si fa seguire spesso e volentieri a "bona lè" (cfr.)

rusco: pattume, spazzatura. "Cacciala nel rusco!" si sentirà dire il tapino giunto al passo della Raticosa con mezz'oretta di ritardo rispetto agli altri amici dotati di moto ben più moderne e prestazionali.

sbarbina: ragazza piccola di età, non oltre i 12/13 anni, usato meno frequentemente anche riferito ai ragazzi. "Quando ero sbarbino..."

sborone: esibizionista, personaggio che si fa notare rumorosamente, privo del benché minimo senso di misura, tatto ed eleganza. La diffusione del malcostume nazional-popolare di stampo catodico tipico di questo periodo storico ci offre continui esempi di "sboroni" che spaziano dagli ostentatori di status simbol (auto, moto, abiti griffati, accessoristica elettronica di vario genere) accomunati dalla caratteristica di avere elevati prezzi senza possederne corrispondenti contenuti, ai più classici autocelebratori di prestazioni sportive, sessuali nonché spacciatori di falsissime amicizie altolocate.

scendere la catena: tipica espressione che comunica il disarmo finale nei confronti di qualsivoglia evento al punto da non "volerne più mezza". Le due espressioni si rafforzano spesso in un confronto sintattico che porta il giovane ingegnere alla settima ora di scritto dell'esame di stato ad affermare: "bona lì, riga! mi è scesa la catena: non ne voglio più mezza!". Lo stesso verrà ritrovato poche ore dopo completamente "in cassa" di fronte al pub irlandese...

sfrombolare: gettare via, lanciare. Verbo che ben descrive gesti plateali e definitivi volti all'eliminazione fisica di qualsiasi oggetto divenuto inutile o comunque sgradito. "Soccia che stereo!" si dirà appena saggiata la potenza sonora dell'ultimissimo ritrovato acustico situato in camera dell'amico "...e che ne hai fatto di quello vecchio?" "l'ho sfrombolato giù dalla finestra!"

sghetto (andare di): espressione volta all'identificazione di contesti fortunosi che hanno consentito il concretizzarsi di eventi altrimenti improbabili. Tipico l'incipit dello studente universitario nullafacente e vitaiolo che, all'ingresso dell'aula dove si tiene l'esame di "scienza delle costruzioni", con la fiata ancora turbata dall'alcool ingerito la notte precedente esclama: "oh raga, se passo questa mi va fatta di sghetto!"

spanizzo: persona che si fa notare, che non si tira indietro, che osa in maniera evidente ma comunque degna di ammirazione. L'immagine, per quanto possa sembrare somigliante ad una prima lettura superficiale, differisce sensibilmente da quella dello "sborone" (cfr.) in quanto non comprende l'accezione negativa caratteristica di quest'ultimo.

tiro: è l'azione di schiacciare il bottone che apre il portone del palazzo. Qunado il gentiluomo bolognese si troverà ai piedi del condominio dell'amata suonerà il campanello pronunciando la frase: "Ciao, sono io, mi dai il tiro?"

tomella: si riferisce all'atto di "intomellare" ossia di riversare fiumi di parole sul prossimo cercando di convincerlo delle cose più disparate. "Cioé, mi hai fatto una tomella assurda, mollami subito!" dirà
elegantemente il PEx alla pretendente fanciulla affascinata da tanto potere e denaro. Vedi anche "pezza".

zagnare: rompere, infastidire. Forma verbale tipicamente utilizzata nella più ampia locuzione "zagnare i maroni" dove l'azione si eleva ad una forma catartica ed universale che colpisce inevitabilmente le parti più intime e sensibili della corporalità maschile, ultimo ed ineluttabile bersaglio delle persone più insopportabili che la vita ci para dinanzi.
 
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Sasha_57
view post Posted on 7/2/2009, 16:47




Dammi il Tiro : chi non ha mai chiesto ai propri genitori di aprire il portone di entrata del palazzo ?

Vai a Busso : tipico di chi usa il motorino a velocità elevata

Baccagliare : pronunciare frasi senzo senso

Balotta : gruppo di amici che si divertono

Battezzare : capire che tipo sei (ti ho già battezzato...)

Bazza : un affare

Boccheggiare : incontrare , scoprire (ieri vi ho boccheggiato da soli...)

Bresco : ubriaco duro (sei proprio bresco duro)

Bronza : rumore sgradevole emesso con il posteriore

Buzza : prominenza della pancia drivante dal troppo cibo

Ca' ad Dio : lontano in un posto irraggiungibile

Non mi caghi pari : non mi consideri minimamente

Campanare : non campani (non capisci nulla)

Cappella : ho fatto una cappella (errore di notevole rilevanza)

Gubbiare : dormire

Cartola : sborone in senso buono

Cipollare : andare intorno a qualche cosa , effusioni amorose

Sassare : congedare in malo modo (mi hai sassato i maroni...)

Rusco : pattume , spazzatura

Rinco : forma contratta che definisce il rincoglionito , ismito

Sbobba : liquido generico di brutta apparenza ; questa minestra è proprio una sbobba ...

Scaraccio : sputo

Schivo l'oliva : evito il problema

Sei d'un'altra : di altra categoria in senso positivo

Fotta : voglia irresistibile

Fuori dai coppi : essere completamento fuori giri

Geppo : ingenuo , in senso generale poco sveglio

Tampinare : seguire , pedinare

Iazza : portare sfortuna

Imbarcato : innamorato , ha preso una imbarcata per quella la' ...

Telaio : dotato/a di un gran bel fisico (guarda che telaio che ha quella ...)

Zagno : gran freddo

Smaronato : di cattivo umore

Cotto come un melone : particolarmente fuori , tipica esclamazione di chi ritorna da una giornata passata al mare d'estate ed ha preso molto sole oppure quando si è particolarmente stanchi dopo una giornata di lavoro.

Rugare : dare fastidio (dai non rugare cioè non darmi fastidio)

Tirare il pacco : bidonare , non andare all'appuntamento

 
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view post Posted on 13/2/2009, 14:32
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manigoldo75
view post Posted on 13/2/2009, 14:58




CITAZIONE (bosforo65 @ 31/1/2009, 15:54)
corso on-line ad uso e consumo dei maruecos e di chiunque voglia restare lessicalmente giovane


bagaglio (anche "zavaglio"): sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. "Cos'è quel bagaglio lì?" domanderà con aria di superiorità il giovine felsineo additando il vecchio cellulare dell'amico dalle dimensioni di un cabina telefonica.

batedo: letteralmente equivalente alla locuzione "una gran quantità di". Il termine, pur nella sua sinteticità estrema, esprime con disarmante successo l'immagine onomatopeica del tamburellare incessante di qualcosa che si abbatte senza concedere tregua alcuna. "Ho preso un batedo d'acqua!" esclamerà correttamente l'ignaro cicloturista appena rincasato fradicio dopo l'ennesima bizza metereologica di queste mezze stagioni ritornate prepotentemente di moda.

bazza: intrallazzo, conoscenza tattica volta all'ingresso in disco senza sottostare a code di ore o allo sconto all'atto dell'acquisto del settimo aperitivo consecutivo al Rosarosae.

bona lè: basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. "bona lè, riga! non ne voglio mezza!" affermerà perentoria la fanciulla-bene all'incipiente quarantasettesimo tentativo di "intomellamento" ad opera del maldestro maraglio di turno. Vedi anche: "riga".

bulbo: capelli. Il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: "con questo vento hai un bulbo che non si affronta!"

càrtola: tipo giusto, molto fico, di un'altra (vedi). Se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche necessarie per fare colpo sull'universo femminile. Come comprensibile tale attributo non è collegabile in alcun modo al PEx.

cassa: o meglio "essere in cassa". Definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcooliche e depone a grande sfavore del soggetto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere. Es.: "mi sono preso una cassa assurda!" esclamerà il morigerato fanciullo la giornata susseguente ad una bravata con gli amici.

ciocàta: rimprovero, cazziatone. Più correttamente "cioccàta", in cui la doppia "c" viene immolata senza troppi rimorsi sull'altare della corretta pronuncia felsinea. "Ho preso una ciocàta pazzesca" asserirà
correttamente lo studente ripreso e ridicolizzato di fronte alla platea di compagni di corso dal prof che lo ha "sgamato" mentre copiava la soluzione del problema di Analisi 2 dalla fotocopia ridotta e filigranata del "Matricioni - Forti"

dare la molla: mollare, scaricare. Utilizzato principalmente nel senso di liberarsi della persona con cui si era soliti accompagnarsi. Alla domanda "dove l'hai messa la morosa?" il giovane bolognese che vorrà distinguersi
per eleganza e modernità risponderà convenientemente "cioé, le ho dato la molla, mi aveva troppo zagnato i maroni!" (vedi "zagnare")

della serie...: incipit per eccellenza che prelude ad una categoria di cui l'evento che viene commentato si ritiene faccia parte. Fondamentale la "s" sibilante e la "e" molto aperta affinché la locuzione sia effettivamente
giovane ed efficace.

essere di un'altra (o di prima, o di primissima): sottointeso "categoria". Locuzione utilizzata per esprimere entusiasmo e felicità per qualcosa. L'oggetto dell'espressione viene immediatamente posto al di sopra di ogni confronto con oggetti simili ma banalmente e tristemente più scadenti (di ultima).

fanga: scarpa. Tendenzialmente schivo e scarsamente esibizionista il giovane felsineo apostroferà il suo interlocutore appoggiando un lieve: "ho comprato delle fanghe in centro che sono di un'altra" .

fare il proprio numero (non...): locuzione di rimprovero che colpisce la giovane mente bolognese fin dalla più tenera età e che lo accompagna nel corso della sua esistenza pronunciata ora dall'amico di turno ora dalla
dolce consorte la quale, prontamente avvedutasi dell'imminente, ricorrente fragorosa digestione del compagno nel corso del pranzo di nozze della sorella, lo apostroferà così: "Non farai mica di nuovo il tuo numero?!"

gaggia: mento di notevoli dimensioni e sproporzionato rispetto al resto del viso. Tra gli esempi più famosi citiamo Celìne Dion e Michael Shumacher.

gebbo (o geppo): scarso, maldestro, personaggio di scarso spessore. Aggettivo dispregiativo utilizzato per additare persona sfigata di cui si nutre scarsa considerazione. L'espressione può essere rafforzata ulteriormente da specificazioni peggiorative come nei seguenti esempi: "gebbo di ultima", "gebbo da fuoco".

impalugare: allappare, invischiare. Tipico verbo da usare durante gare di Orzoro, pangrattato a cucchiaiate senza bere. Il giovane bolognese che tronfio estrarrà dal suo zainetto il mitico "tortino porretta" o il non meno temibile "buondì classico" (privo dell'effetto lubrificante della marmellata o della copertura di cioccolato) per la merenda si troverà irrimediabilmente impalugato e quindi bisognoso di ettolitri di liquido.

intappo: abbigliamento particolare, look. Utilizzato in modo particolarmente efficace per riferirsi a travestimenti o agghindature finalizzate alla partecipazione a feste a tema (intappo anni '70). L'arrivo di un amico dotato di zampa di elefante e stivaletto in pelle con cerniera laterale verrà convenientemente salutato con un efficacissimo: "meerda, che intappo! sei troppo di un'altra!"

intortare (da cui il sostantivo "intorto"): circuire, ammansire con discorsi possibilmente lunghi e fastidiosi a fini persuasivi. La pratica dell'intorto è tipicamente attuata dal giovane di tendenza che, sfoggiando camicia "di primissima" ed il dodicesimo calice di frizzantino al dehor del Rosarosae, dà prova di prorompente logorrea alla fanciulla trampolata di turno al fine palese di ottenere favori di natura sessuale.

lesso: tipo scarsamente sveglio. "Luilì è un lesso!" esclamerà la sagace fanciulla bolognese additando il giovane di passaggio il quale, la sera precedente, alla visione della suddetta in soli autoreggenti e sandali
con tacco vertiginoso, non ha compreso le malcelate intenzioni sessuali della focosa compagna.

maraglio: aggettivo sostantivato utilizzato per identificare ragazzi/e abbastanza grezzi che si mettono in mostra in modo vistoso e cafone. Il giovane della Bologna bene affermerà "che gran maraglio!" indicando platealmente il possessore della Renault 5 turbo con ruote iperlarghe e adesivi sul genere "turbo", "Rabbit", "O'neill".

non c'è pezza: locuzione ermetica che affonda le radici ai tempi di vacche magre in cui le pezze potevano sancire la salvezza di un capo di abbigliamento ormai logoro. Quando "non c'è pezza" significa che non vi è modo di recuperare lo strappo e, per traslato, sottolinea l'ineluttabilità di un evento senza che si possa fare niente per evitarlo o per negarlo. "Devo mettermi a dieta, non c'è pezza!" esclamerà non senza una nota di tristezza il giovane imbolsito da vagonate di tigelle e crescentine.

non si affronta: locuzione atta ad indicare situazioni o immagini al limite della gestibilità o comunque sgradevoli a qualunque dei cinque sensi (vedi esempio precedente)

non volerne (più) mezza: essere saturo di una cosa al punto di non volerne più sentire parlare. Appare evidente il superiore impatto emozionale della locuzione felsinea al confronto del ben più prolisso ed inefficace corrispondente italiano. Vedi anche "scendere la catena"

paglia: sigaretta. Tipica l'espressione del galantuomo bolognese il quale, dopo avere sorseggiato il quinto "mohito", si rivolge elegantemente al tavolo accanto al proprio biascicando: "oh, raga, avete una paglia?"

panno: coperta (del letto). Viene chiamato a gran voce dal galantuomo bolognese al sopraggiungere dei primi freddi apostrofando così la signora: "Oh, Cesira, tira fuori il panno!"

pezza: sostantivo derivato dal verbo "impezzare" ossia usare la dialettica per chiudere all'angolo un altro individuo contro la sua volontà, il quale, dopo alcune orette sbotterà "cioé, mi stai tirando una pezza allucinante! cioé, non ti si affronta: basta". Vedi anche "tomella"

pilla (fresca): soldi, denaro. Sostantivo generalmente utilizzato per sottolineare le capacità economiche famigliari che permettono al vitellone di sfilare di fronte al "Calice" sull'ultima spider in compagnia della gnocca di turno "merda che ferro! luilì ha della gran pilla!"

polleggiarsi: riposarsi, stare calmi. Viene utilizzata spesso la forma imperativa del verbo in tono intimidatorio per raffreddare i bollori del maraglio di turno che spinge per non fare la coda all'ingresso della disco:
"Oh, polleggiati subito!"

riga: basta, finito. La citazione della linea che determina la fine dell'elenco degli addendi nella somma del verdurajo definisce per traslato la fine di ogni attività. Si fa seguire spesso e volentieri a "bona lè" (cfr.)

rusco: pattume, spazzatura. "Cacciala nel rusco!" si sentirà dire il tapino giunto al passo della Raticosa con mezz'oretta di ritardo rispetto agli altri amici dotati di moto ben più moderne e prestazionali.

sbarbina: ragazza piccola di età, non oltre i 12/13 anni, usato meno frequentemente anche riferito ai ragazzi. "Quando ero sbarbino..."

sborone: esibizionista, personaggio che si fa notare rumorosamente, privo del benché minimo senso di misura, tatto ed eleganza. La diffusione del malcostume nazional-popolare di stampo catodico tipico di questo periodo storico ci offre continui esempi di "sboroni" che spaziano dagli ostentatori di status simbol (auto, moto, abiti griffati, accessoristica elettronica di vario genere) accomunati dalla caratteristica di avere elevati prezzi senza possederne corrispondenti contenuti, ai più classici autocelebratori di prestazioni sportive, sessuali nonché spacciatori di falsissime amicizie altolocate.

scendere la catena: tipica espressione che comunica il disarmo finale nei confronti di qualsivoglia evento al punto da non "volerne più mezza". Le due espressioni si rafforzano spesso in un confronto sintattico che porta il giovane ingegnere alla settima ora di scritto dell'esame di stato ad affermare: "bona lì, riga! mi è scesa la catena: non ne voglio più mezza!". Lo stesso verrà ritrovato poche ore dopo completamente "in cassa" di fronte al pub irlandese...

sfrombolare: gettare via, lanciare. Verbo che ben descrive gesti plateali e definitivi volti all'eliminazione fisica di qualsiasi oggetto divenuto inutile o comunque sgradito. "Soccia che stereo!" si dirà appena saggiata la potenza sonora dell'ultimissimo ritrovato acustico situato in camera dell'amico "...e che ne hai fatto di quello vecchio?" "l'ho sfrombolato giù dalla finestra!"

sghetto (andare di): espressione volta all'identificazione di contesti fortunosi che hanno consentito il concretizzarsi di eventi altrimenti improbabili. Tipico l'incipit dello studente universitario nullafacente e vitaiolo che, all'ingresso dell'aula dove si tiene l'esame di "scienza delle costruzioni", con la fiata ancora turbata dall'alcool ingerito la notte precedente esclama: "oh raga, se passo questa mi va fatta di sghetto!"

spanizzo: persona che si fa notare, che non si tira indietro, che osa in maniera evidente ma comunque degna di ammirazione. L'immagine, per quanto possa sembrare somigliante ad una prima lettura superficiale, differisce sensibilmente da quella dello "sborone" (cfr.) in quanto non comprende l'accezione negativa caratteristica di quest'ultimo.

tiro: è l'azione di schiacciare il bottone che apre il portone del palazzo. Qunado il gentiluomo bolognese si troverà ai piedi del condominio dell'amata suonerà il campanello pronunciando la frase: "Ciao, sono io, mi dai il tiro?"

tomella: si riferisce all'atto di "intomellare" ossia di riversare fiumi di parole sul prossimo cercando di convincerlo delle cose più disparate. "Cioé, mi hai fatto una tomella assurda, mollami subito!" dirà
elegantemente il PEx alla pretendente fanciulla affascinata da tanto potere e denaro. Vedi anche "pezza".

zagnare: rompere, infastidire. Forma verbale tipicamente utilizzata nella più ampia locuzione "zagnare i maroni" dove l'azione si eleva ad una forma catartica ed universale che colpisce inevitabilmente le parti più intime e sensibili della corporalità maschile, ultimo ed ineluttabile bersaglio delle persone più insopportabili che la vita ci para dinanzi.

miiiii....non riesco a smettere di ridere...BELLA BOSFORO!!
 
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view post Posted on 29/9/2010, 08:02
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Render della Torre Unipol... Bella, molto, era ora che anche a Bologna si cominciasse a costruire dei grattacieli... :B):
 
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view post Posted on 29/9/2010, 08:27
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CITAZIONE (Air16 @ 29/9/2010, 09:02)
(IMG:http://i49.tinypic.com/346vlea.jpg)

Render della Torre Unipol... Bella, molto, era ora che anche a Bologna si cominciasse a costruire dei grattacieli... :B):

e questo?
è niente bello?



:lol: :lol:
 
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view post Posted on 29/9/2010, 08:50
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CITAZIONE (bosforo65 @ 29/9/2010, 09:45)
CITAZIONE (Air16 @ 29/9/2010, 09:02)
(IMG:http://i49.tinypic.com/346vlea.jpg)

Render della Torre Unipol... Bella, molto, era ora che anche a Bologna si cominciasse a costruire dei grattacieli... :B):

e questo?
è niente bello?

(IMG:http://i36.tinypic.com/14ihb7m.jpg)

:lol: :lol:

Arriva, arriva.....

:36_1_13.gif:
 
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a proposito di foto di Bologna, ecco alcuni scatti di Frank

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se andate sul suo sito, trovate anche delle belle foto scattate durante le partite interne della Virtus (è uno dei miei fornitori ufficiali di immagini per virtuspedia).
 
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julius6
view post Posted on 23/10/2010, 16:03




Segnalo un gruppo su Facebook che mi sembra particolarmente interessante... :rolleyes: Succede solo a Bologna
 
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view post Posted on 4/12/2010, 15:34

NYPD

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A Bologna......è così.



A Bologna, se le cose vanno male, non ci arrabbiamo mai...a noi "ci tira il culo"!

A Bologna .... qualsiasi oggetto a cui non si trova il nome momentaneamente è un “bagaglio" o "bagaglino"

A Bologna non abbiamo i pantaloni ...abbiamo le BRAGHE!!

A Bologna..."Lu lè e Li là" ... sembrano due personaggi dei cartoni animati... ma vuol solo dire "quello e quella"!

A Bologna quando non ci sta simpatica una persona pensiamo: "L'è propi simpàtic cumpàgn un gàt tachè ai maròn!!!"

A Bologna diciamo sempre:"BRISA"

A Bologna diciamo sempre....... "A tal deg!!!"

A Bologna se c'è vento.. soccia che BURIANA!

A Bologna se devo fare qualcosa di nascosto ..la faccio in CAMUFFA!!!

A Bologna se una persona mi piace?.....la INTORTO!

A Bologna uno non porta sfiga .... porta IAZZA!

A Bologna ....dire dalla disperazione: "Se mi va bene questa volta, vado a San Luca a piedi!!!"

A Bologna, l’indeterminatezza di un numero si indica con "...E SBLISGA".

A Bologna non c'è la sedia....c'è la SCRANA!!

A Bologna non ci sono adolescenti...ci sono gli SBARBI!

A Bologna non si rompono le palle... si STRACCIANO I MARONI!!

A Bologna, vedere le vecchiette che alla domanda del salumiere: "altro?" risponde con: " altro" ...

A Bologna ...non si gioca a nascondino si gioca “A CUCCO O ARPIATEN”

A Bologna non si lecca......as plòcca!!!

A Bologna nel letto facciamo ... i COVINI!

A Bologna non si è matti....si è FUORI DAI COPPI!!!

A Bologna..cosa facciamo...andiamo o stiamo..... "C'sà fàggna? andàggna o stàggna "

A Bologna gli anziani non girano col bastone ... girano con la ZANETTA!

A Bologna non si inciampa...si SCAPUZZA!!!

A Bologna, se un ragazzo è vistoso e grezzo nell'atteggiamento...Soccia che gran MARAGLIO

A Bologna se sei pallido..... sei SBIAVDO!!!!

A Bologna se gli ormoni vanno a mille........abbiamo una gran SVERZURA!!!

A Bologna non si fa sesso... si GUZZA!

A Bologna se ci metti molto ad esprimere un concetto...SEI LUNGO COME LA MESSA CANTATA

A Bologna se mangiamo qualcosa difficile da inghiottire.......Soccia se "IMPALUGA"!

A Bologna se uno ha la pancia..........."Soccia che BUZZA!"

A Bologna non si danno le sberle...... as dà di scupazon!!!

A Bologna se spendi e offri da bere a tutti i tuoi amici... Sei uno SPANIZZO!

A Bologna non piove... viene giù un BATEDO d'acqua!!

A Bologna se uno è "tirchio" è un..... "PLUMMONE"!

A Bologna non ci sporchiamo....ci "IMPADELLIAMO"!!!

A Bologna se sei creativo.... hai dello SBUZZO

A Bologna non sei rimbambito...sei ISMITO!

A Bologna la "regina della casa" è solo lei....la ZDAURA!!!

A Bologna non si inzuppa ... si "TOCCIA" !!

A Bologna non c'è la polvere sotto i letti, a Bologna ci sono i...."GATTI"!

A Bologna se qualcosa è scarso o non di nostro gradimento....è "TRISTO"!

A Bologna non si dice 'cosa stai toccando' ma ... "cosa stai CIPOLLANDO?"

A Bologna se uno fa lo stupido...... MO BRISA FER L'ESAN!!!

A Bologna, se non ti viene in mente il nome di una cosa, dici ...."BAGAI"...

A Bologna, uno molto alto...è un "GIANDONE"!

A Bologna le cose non ci piacciono "molto".....ma DIMONDI!

A Bologna non togliamo le cose....le "CAVIAMO"!

A Bologna se uno ha un naso pronunciato....Soccia che gran "CANAPPIA" che ha lui lì!

A Bologna se una cosa è difficile da realizzarsi??? ... mo lè piò fazìl che Galvani al vòlta pagina!

A Bologna una persona non è antipatica... è "SGODEVOLE"...

A Bologna non si fanno i piccoli lavori di casa... si fanno i ciappini!!!

A Bologna se non troviamo qualcosa, non cerchiamo....RAVANIAMO!

A Bologna quando non si riesce a dormire....ci si PRILLA nel letto!!!

A Bologna, quando uno vince una gara ... gli ha DATO LA PAGA!!

A Bologna ogni motivo è buono......per FAR BALOTTA!!!

A Bologna i piatti si asciugano con il ... BURAZZO!!!

A Bologna non c'è il mercato .... c'è la "Piazzola"!

A Bologna non diciamo mai BASTA, ma "BONA LE”

A Bologna quando fa freddo......"MO SOC'MEL CHE ZAGNO!"...e se il freddo è tanto lo "ZAGNO E' DEL 32!"

A Bologna non abbiamo i capelli...........abbiamo un gran "BULBO"!!!!

A Bologna non si disturba la gente... semplicemente "a sè straza i maròn"...

A Bologna non si ride... si GHIGNA!!!

A Bologna quando indossiamo un abito nuovo.....lo "SPIANIAMO"!!!

A Bologna le chewing gum ...si chiamano “CICLES”

A Bologna non ci demoralizziamo, a Bologna "CI SCENDE LA CATENA"!

A Bologna non si dice OK.....si dice "Aiò Capè!"

A Bologna quando una cosa non ci piace diciamo: mochè mochè mochè...

A Bologna da ragazzini ci sentivamo dire dagli adulti/anziani: "mè a la to etè a saltev i fòs par la longa"

A Bologna non abbiamo il pattume....abbiamo il RUSCO!

A Bologna i bolognesi non mangiamo.... TAFFIANO!!!!

A Bologna non andiamo forte ..."andiamo a busso"...

A Bologna non ci riposiamo davanti alla tele......ci "polleggiamo" ....

A Bologna ... i "cinni" li mandiamo all'"esilo"...

A Bologna, quando uno/a ti attacca un bottone infinito ........ ti pianta una gran "tomella"!

A Bologna quando qualcuno starnutisce...rispondiamo "Bandessa!"

A Bologna non abbiamo i sacchetti...abbiamo le "sportine"!

A Bologna non ci sono belle ragazze... ci sono solo Gnocche...!

A Bologna non abbiamo conoscenze o aderenze...noi abbiamo le "bazze"...

A Bologna non fumiamo "le sigarette".....fumiamo "le PAGLIE".....
 
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julius6
view post Posted on 4/12/2010, 18:05




A Bologna siamo dei grandi.... :B):
 
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view post Posted on 4/12/2010, 18:12
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hall-of-famer

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view post Posted on 6/12/2010, 20:28

NYPD

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Bologna, migliora la qualità della vita

Sole 24 Ore: ma è allarme sicurezza
Come ogni anno, il quotidiano economico stila una classifica delle città italiane basata su dati statistici. Salgono anche Modena e Ferrara, mentre Ravenna e Rimini, che sono comunque fra le prime venti, scendono rispetto all'anno corso. Bene ambiente e salute, male sicurezza
La pagella di Bologna ha voti migliori dell'anno scorso: è l'esito della consueta analisi di dati statistici compiuta dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore che confronta la qualità della vita nei 107 capoluoghi italiani. Quest'anno Bologna conquista l'ottavo posto, mentre un anno fa era tredicesima.

Molto bene anche Parma, che sale di tre gradini rispetto al 2009 fino al 13° posto assoluto. Migliorano la propria posizione - calcolata su sei parametri: tenore di vita, affari e lavoro, servizi ambiente e salute, popolazione, ordine pubblico e tempo libero - Modena, al 32° posto ma in risalita di 15 posizioni e Ferrara, 27° in classifica e in crescita rispetto al 2009 di 14 posizioni. Piacenza scende di 8 posti al 18° assoluto, mentre Reggio Emilia cede due posizioni e si ferma al 31° posto.

In Romagna il Sole 24 ore premia solo Forlì-Cesena, al 19° posto (+6 sul 2009), mentre le altre due province, Ravenna e Rimini, pur piazzate molto bene (14° la città dei mosaici, 17° la capitale della Riviera) arretrano rispettivamente di due e sette posizioni.

Le province emiliano-romagnole
1. Bolzano
2. Trento
3. Sondrio
4. Trieste
5. Siena
6. Aosta
7. Gorizia
8. Bologna
9. Oristano
10. Belluno
11. Cuneo
12. Macerata
13. Parma
14. Ravenna
15. Udine
16. Firenze
17. Rimini
18. Piacenza
19. Forlì
20. Livorno
...
27 Ferrara
...
31 Reggio Emilia
32 Modena

Sei città fra le prime venti. Ma considerando i singoli parametri dell'indagine del "Sole 24 ore", campanello d'allarme per l'Emilia-Romagna sul fronte dell'ordine pubblico e della sicurezza. Malissimo Bologna, addirittura relegata in 100° posizione sulle 107 province italiane (la migliore è Oristano). Il capoluogo felsineo conquista il primato italiano per ambiente e salute.
 
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217 replies since 20/11/2008, 18:42   2125 views
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