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Viaggi, è questa la mia vera passione...

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view post Posted on 8/10/2008, 11:32
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Namibia

Informazioni generiche

Grande circa due volte e mezzo l’Italia, con circa 2.000 di abitanti (di cui il 30% nella capitale), la Namibia è uno dei pochi paesi al mondo che offre la possibilità di ammirare il deserto (considerato il più bello del mondo), la savana e i suoi animali (il parco di Etosha è uno dei più importanti parchi africani) e la foresta pluviale (nella stretta lingua di terra del Caprivi). Inoltre offre la possibilità di ammirare alcune delle più originali popolazioni (Himba, Boscimani, Herero) alcune delle quali, cosa sempre più rara, continuano ancora a seguire lo stile di vita tradizionale.
Per un’idea di massima, anche delle geografia del paese, vedi wikipedia.

Noi (io e la mia compagna) ci siamo stati dal 16 ottobre al 4 novembre, nella stagione delle "piccole piogge" (da fine ottobre a dicembre). Nei 17 giorni in loco, abbiamo preso un acquazzone e mezzo. Da gennaio inizia la stagione delle piogge, periodo sconsigliato. A causa della corrente gelida del Benguela che lambisce le coste, più ci si avvicina al mare e più è freddo: pile e pantaloni lunghi sia di giorno che di sera e notti fredde. All'interno è decisamente secco e ideale di giorno (t-shirt e shorts): la sera si varia da luoghi dove dormire in tenda con la t-shirt (nel sud) ad altri dove dormire col pile dentro al sacco a pelo.

L'Air Namibia gode di buona reputazione e può regolarmente operare negli aeroporti europei: ha però pochi apparecchi e quindi non copre tanti aeroporti europei. Dall’Italia non mi risulta esistano voli diretti, occorre fare almeno uno scalo, di solito in Germania (visti il passato coloniale). È più facile trovare voli con la South African Airways o altre compagnie europee (Air France, BA, ecc.) che però di solito fanno scalo in Sud Africa. Il buon Thaibiancoblù mi ha trovato un volo Bologna-Monaco-Johannesburgh-Windhoek con la South African Airways a € 1.080. Per poter sfruttare l'occasione (di circa 200 euro inferiore alla media delle migliore offerte in economy) abbiamo posticipato di un mese la data di partenza. In viaggio ho conosciuto degli inglesi che avevano fatto volo diretto da Londra.

La Namibia si presta molto bene ai viaggi in autonomia: non ci sono problemi di sicurezza (a parte qualche quartiere della capitale), l’inglese è la lingua ufficiale, il paese (per gli standard africani) è piuttosto ricco (notevoli le risorse minerarie) e il tenore di vita dei locali è più accettabile che nella maggior parte degli stati del continente nero.

Le strade sono decisamente buone (per l’Africa): le cosiddette highway sono in realtà delle semplici strade asfaltate, cmq ben tenute e senza buche (limite dei 90km/h e si pedala tranquilli perché – in tutto il paese – le highway sono recintate e il pericolo che il bestiame attraversi la strada è quasi assente). Le altre sono strade sterrate. Alcune non hanno nulla da invidiare alle strade in asfalto: spesso sono più larghe e sono soggette a frequenti manutenzioni. Alcune sono più ghiaiose, altre meno; altre sono sabbiose. Guidare su queste piste non è come guidare sull’asfalto (limite 60km/h) però con un po’ di prudenza ci possono riuscire tutti. Certe piste, quelle dei parchi o nelle zone più remote, non sono recintate e quindi occhio a bestiame e selvaggina. È ovviamente sconsigliato girare col buio: per motivi di sicurezza (animali che – abbagliati – si piantano in mezzo alla strada) e logici (magari attraversi un paesaggio stupendo e non lo puoi vedere). Le piste sono perfettamente praticabili da normali veicoli a 2 ruote motrici, anche all’interno del parco di Etosha e quindi, se non si ha intenzione di fare strade per le quali è obbligatorio un mezzo 4x4 (nel mio itinerario solo il tratto da Sesfontein a Purros), nelle cartine sono chiaramente indicate in quanto tali, si può benissimo optare per un meno costoso veicolo normale. Date le piste, il rischio di foratura è più alto che nella media: alla partenza farsi spiegare come si fa (nel pick-up non ne era così immediata la comprensione…). è bene tenere sempre una tanica piena nel caso non si trovi il distributore in tempo, due se si fa dell'off-road (dove il mezzo consuma di più). fuori dalle città si incontra in media un'auto ogni mezz'ora, anche meno.

Noi avevamo un pick-up Nissan a cabina singola (ideale per 2 persone) con cassone cabinato in cima al quale è montata una tenda con apertura a libro che ogni sera si predisponeva in 5 minuti

Immagine IPB che diventa Immagine IPB

Il mezzo viene fornito di tutto il necessario per il campeggio: tavolo, sedie, fornello, stoviglie, frigorifero, 1 tanica per l'acqua (piena), 2 taniche per la benzina (vuote), 2 ruote di scorta, compressore per gonfiare le ruote (se vai nel deserto – e a Sossusvlei non puoi non andarci – è caldamente consigliato sgonfiarle) e attrezzature varie. Eventuali aggiunte di materiale sono sempre concordabili. Noi abbiamo anche noleggiato un telefono satellitare, in caso di difficoltà (nelle città e sulle strade principali usavamo il nostro normale cellulare: al di fuori non c’è copertura) potevamo chiamare 24h/24h il noleggiatore (che magari ci metteva due giorni per raggiungerci…). Costo auto e telefono (comprensivo di buona copertura assicurativa per entrambi) circa 1.700 euro per 17 giorni.

I pasti ce li siamo portati dall’Italia: alimenti in scatola, minestroni, riso e paste precotte in buste. Nelle città i supermercati erano abbastanza forniti e potevi prendere la roba fresca. Ovviamente qualche volta abbiamo anche assaggiato la cucina locale, dove spiccano le carni della selvaggina locale. Ho provato il filetto di kudu e l’orice, deliziosi, non così la zebra (forse era un taglio meno pregiato) e il coccodrillo (in realtà talmente coperto di salse che non ho capito che sapore avesse). Essendo il paese in gran parte arido, la maggior parte di frutta e verdura vengono importati dal Sud Africa e quindi costicchiano. Gradevole il bintol, carne essiccata da smangiucchiare come le brustoline. una cena costa come da noi una pizzata.

I campeggi costavano tra i 10/20 euro a piazzola. Quasi sempre ottimamente tenuti (meglio che in Italia), con piazzole enormi e angolo barbecue in muratura, normalmente dislocati in scenari mozzafiato: cenare sotto alberi con chiome di una 50na di m2 oppure fare colazione con il sole mattutino che tinge i panorami circostanti ripaga della (relativa) scomodità del campeggio. In ottobre era consigliato prenotare solo i campeggi dentro ai parchi (Sossusvlei, Etosha, Waterberg Plateau), in agosto invece è meglio prenotare anche in altre località battute. In teoria il campeggio libero è vietato (anche se mi chiedo chi venga a contestartelo visto che in certe zone non si vede anima viva per km) però molte fattorie (sotto la “red line” tutte gestite da bianchi e quindi ben organizzate) destinano qualche briciolo delle loro immense terre a questo scopo e quindi non è necessario ricorrervi. Qualche volta abbiamo evitato il campeggio (perché era freddo, perché pioveva o perché non avevamo voglia di montare la tenda): 4/5 notti su 18. I prezzi degli alberghi variano a seconda della zona ma i prezzi rimangono piuttosto contenuti, se uno non cerca la sistemazione di lusso. Siamo passati dagli 80 euro la stanza concolazione per un albergo nuovo e pulito ad Aus (zona poco turistica) 45 euro per un albergo più bello, con piscina e palme, a Otjiwarongo.
Costo totale del viaggio circa 3.500 a testa ma senza rinunce: circa 5.600 km (e il carburante necessario per percorrerli), “scenic flight” sopra al deserto e safari organizzati dove quelli in autonomia non erano permessi (notturno a Etosha e diurni a Okonjima). Una mia ex-collega che ha viaggiato con lo stesso mezzo, facendo praticamente lo stesso giro in agosto ma senza mai sfruttare la tenda e senza mai cucinare (allora perché non ha preso una normalissima Golf che costa meno della metà?) ha speso circa 5.000 euro.

Itinerari
In un periodo standard di 2/3 settimane è impossibile vedere tutto e quindi bisogna stabilire delle priorità, questo dipende dai gusti personali. Il “giro classico breve” di norma prevede un anello centrale che, partendo dalla capitale Windhoek, tocca Sossusvlei, Swakopmund, il Damaraland e la zona dei Parchi. Il “giro classico lungo” aggiunge al breve l’estremo sud (Fish River Canyon, Luderitz e Kelmanskop) oppure l’estremo nord (Kaokoland e cascate sul Kunene – in alternativa l’area del Caprivi). Alcuni aggiungono un’escursione alle cascate Vittoria: sono a pochi km dal confine col Caprivi ma quasi nessuno, per motivi logistici, ci arriva via terra. Non è possibile atterrare, vedere le cascate e ripartire: i voli sono (volutamente) congegnati in modo che almeno una note devi passarla lì. e il giochino comincia a diventare costoso...

Nel nostro itinerario abbiamo cercato di evitare la visita delle città (che, al di là delle comodità della civilizzazione, trovo poco interessanti) e di concentrarci su paesaggi, animali e popolazioni locali.

Itinerario svolto (e possibili variazioni).
Windhoek: non puoi non passarci perché vi ha sede l’unico aeroporto internazionale. C’è chi dedica una giornata per visitarla. Noi abbiamo tralasciato. Avendo scelto di vedere il Fish River Canyon, presa l’auto a nolo e subito rotta verso sud: 900 km circa di bei paesaggi e poco altro.
Keetmanshoop: nei dintorni si possono ammirare i Quiver Tree, strani alberi endemici e il Giant’s Playground, un insieme di rocce dalla strane forme. Entrambi gradevoli, si prestano a belle foto. Erano di strada ma non vale la pena di venire fin qua solo per questi.
Fish River Canyon: un Grand Canyon più piccolo, lo si può ammirare da diversi view point. Merita anche se forse mi aspettavo qualcosa di più (l’ideale sarebbe stato arrivare al tramonto ma in realtà ci siamo arrivati col sole a picco e sicuramente questo non ha aiutato). Il trekking è vietato (a causa di incidenti mortali occorsi) ed è consentito farlo solo in “maniera seria”, cioè con discesa fino al letto del fiume e risalita: significa minimo 3 giorni per il giro corto e 5 per il lungo e comunque solo fino a settembre. Si pernotta sul fondo sabbioso con le proprie tende, cosa che nelle stagioni delle piogge è vietato.
Dal F.R.Canyon abbiamo iniziato il lungo trasferimento verso la zona di Sossusvlei (700 km circa). Quasi a metà strada, nella città di Aus (dopo aver attraversato scenari spettacolari di cui non c’era traccia nella guida) si deve scegliere se proseguire verso la costa per Luderitz (cittadina di mare con linde casette colorate e konditorei con insegne in carattere gotico dove gustare sacher-torte) e Kelmanskop (ex-città mineraria ora abbandonata e semi-seppellita dal circostante deserto): abbiamo evitato.
Strada da Aus verso Sossusvlei: mi raccomando di scegliere la “scenic road” che costeggia il deserto del Namib rispetto alla più comoda pista che passa più all’interno. Avendone, per errore, fatto un pezzo posso dire che è bella anche quella ma è nulla se confrontata con i paesaggi dell’altra (rocce e dune in tutte le possibili declinazioni di fogge e colori). Anche qui, la cosa non era messa in particolare evidenza nemmeno nella solitamente dettagliata Lonely Placet: per me è stata una delle cose più belle del viaggio. Per Bluto, se ti sono piaciuti i paesaggi dell’Anatolia centrale, qui potresti andare in delirio…
Sossusvlei: le dune più alte del mondo (350 metri la Big Daddy di Dead Vlei) e le più fotogeniche (sabbie al quarzo con predominanza di tinte rosse e rosa che al tramonto rendono il più impedito dei fotografi in grado di fare foto degne del National Geographic). È facilmente fruibile in autonomia (se dotati di un mezzo 4x4 ed un minimo di esperienza di guida sulla sabbia – se non ve la sentite potete sempre prendere le jeep sul posto a 10 euro a testa per coprire gli ultimi 4km) ed è meno monotono di quanto ci si possa aspettare: è costellato di vlei, valli dal fondo ricoperto di fango bianco secco che, nella breve stagione delle piogge, si animano di vegetazione e vita.
Walvis Bay: cittadina di mare, nei pressi vi è una laguna con fenicotteri. Passata velocemente.
Swakopmund: la “Rimini” della Namibia. Una cittadina vivace, meta di surfisti. Il mare è gelido (nei dintorni vi sono colonie di pinguini e otarie) e quindi non si balnea. Nebbia fino alle 9:30 tutte le mattine, in seguito spazzata via dal gelido vento che si solleva dal mare. Ci siamo passati soprattutto perché da qui partono gli “scenic flight” con dei bimotori sopra al deserto di Sossusvlei e la costa. Bello ma siamo stati sull’orlo del vomito per tutta la durata del volo (2h e mezza).
Welwitschia Drive: zona di paesaggi lunari, a volte fin troppo desolati. Interessante per le rare forme di vegetazione che sopravvivono in una delle zone più secche del pianeta: licheni e la prodigiosa welwitschia, una strana pianta che si ritiene viva fino a 2.000 anni. Non imperdibile.
Spitzkoppe: il cosiddetto Cervino d’Africa, per via della forma appuntita. Tutto intorno rocce di granito rosso dalle forme tondeggianti, spettacolari archi naturali, antiche pitture rupestri boscimani e vegetazione particolare. Vale la pena di fermarsi nel “campeggio”: non ci sono servizi ma l’ambiente nel quale si pernotta è da favola.
Damaraland: in questa area, bella ma sacrificabile se uno ha problemi di tempo, si possono vedere diverse cose: gli Herero (etnia che indossa curiosi abiti in stile ottocentesco con crinoline - lascito dei primi missionari tedeschi che li convinsero a smettere il nude-look), le Organ Pipes (curiose formazioni rocciose a forma di canna d’organo), il sito di arte rupestre di Twyfelfontein (8.000 incisioni boscimani di 6.000 anni fa), una foresta pietrificata (con tronchi di 30 metri), il Vingerklip (“dito di roccia”) un monolite di 35 metri che svetta in una vallata da film western. I paesaggi sono stupendi.
La maggior parte degli itinerari, da qui vanno verso il parco di Etosha oppure Opuwo e successivamente alle cascate sul fiume Kunene al confine con l’Angola: noi abbiamo continuato verso nord-ovest (a Palmwag abbiamo cominciato a vedere i primi animali di grossa taglia: giraffe e kudu) perché la nostra meta era Purros, località del Kaokoland fuori dagli itinerari più battuti. Lì volevamo vedere gli Himba (etnia che vive come 1.000 anni fa) in un contesto meno turisticizzato di Opuwo (chi vuole vedere gli Himba di solito va lì e la cosa pare aver perso molta spontaneità) e anche provare a vedere i rarissimi elefanti di montagna di quella zona (si stima ne siano rimasti 35).
Arrivati a Sesfontein, ultimo avamposto “civile”, inizia la pista per Purros, per la quale è obbligatorio un mezzo a 4 ruote motrici: servono circa 4h per coprire 100 km composti da tratti ripidi e sassosi alternati a tratti di sabbia piuttosto profonda (un camion si era arenato e, nonostante il nostro tentativo di soccorso, è rimasto lì). Solo il campeggio in mezzo al letto del fiume Hoarusib merita la fatica (nei paraggi c’è un lodge di lusso gestito da italiani con prezzi da 300 euro a notte!). Abbiamo seguito per un paio d’ore le tracce di un gruppo di elefanti (con una guida locale) poi ci siamo arresi: è stato comunque uno spasso andare su è giù nel fuori pista per seguirle. Abbiamo poi visitato un villaggio Himba: abbiamo pagato una quota al capo-villaggio e poi siamo stati liberi di girare e fare le domande e le foto che volevamo. Solitamente gli Himba che trovi in giro vogliono un tot a foto e il continuo mercanteggiare al quale ti costringono, oltre ad essere poco etico, è anche poco piacevole. Da Purros parte una pista, durissima, solo per piloti esperti e preferibilmente con almeno un’altra jeep al seguito, che porta a nord non lontano dalle cascate sul Kunene: conosco dei ragazzi che l’hanno percorsa. Impiegarono 3 giorni per coprire 200 km: una jeep si ruppe i freni e furono più volte sul punto di lasciarla lì e proseguire sull’altra. Incontrarono solo un’altra jeep ma anche degli Himba per i quali erano alcuni dei pochissimi bianchi mai visti. Un po’ perché non capisco niente di motori, e molto perché avevamo una jeep sola e mezzo serbatoio (nella guida non era specificato che l’ultimo distributore era a Sesfontein, a 4h di distanza) abbiamo rinunciato anche a percorrerne un breve tratto.
Rientrati in zone più facili (abbiamo incrociato il camion che finalmente era stato tratto in salvo dai soccorsi) siamo andati al Waterberg Plateau, un altopiano ricco di animali, principalmente erbivori. Merita.
Parco di Etosha: come Sossusvlei, è uno dei “must”. 3 giorni e 3 notti (ognuna in uno dei 3 siti diversi all’interno del parco dove si può pernottare). Animali a biffezze: giraffe, elefanti, kudu, gnu, iene, antilopi, struzzi, zebre e, solo all’ultimo giorno - quando ormai cominciavamo a disperare - dei leoni. Anche qui non c’è bisogno della guida: si può comprare la cartina delle pozze nel negozietto e girare in completa autonomia, dall’alba al tramonto (rientrare in orario sennò si rischia una multa). Ogni sito ha la propria pozza artificiale illuminata per tutta la notte dove sono possibili ulteriori avvistamenti, specie degli aminali poco visibili di giorno come i rinoceronti. Possibili safari notturni, ma solo con mezzi e guide del parco. È stato azzeccato mettere il parco alla fine del viaggio invece che all’inizio: averlo visto come prima cosa avrebbe tolto sapore ad ogni successivo avvistamento di animali.
Avendo guadagnato un giorno sull’itinerario previsto, l’ultimo l’abbiamo dedicato a Okonjima, un ranch dove un’organizzazione locale si dedica al recupero dei grandi felini. I safari sono organizzati da loro all’interno di una piccola riserva dove leopardi e ghepardi vivono in libertà: costosetto e spesso pieno (abbiamo telefonato 3 volte prima di trovare un posto) è stato uno dei posti più belli del viaggio. Sia in Tanzania che al parco Etosha non ero mai riuscito a vedere un leopardo: qui sono dotati di collare e quindi li vedi, eccome! Da brivido assistere al leopardo che pasteggia col kudu catturato da poco oppure restare in silenzio ad ammirarlo mentre sposta un giovane gnu da un ramo all’altro. Dulcis in fundo, l’ultima mattina (volo di rientro alle 16:00) facciamo in tempo a partecipare ad un altro safari nell’area dei ghepardi: uno di essi si è avvicinato a circa un metro dalla jeep del parco e mi ha lasciato scattare le foto più belle del viaggio.

Altre località che non abbiamo visto.
Molti vanno a nord per le cascate sul fiume Kunene. Belle sì, ma imho non al punto da fare una deviazione così lunga. La zona circostante (Kaokoland settentrionale) è una delle zone più remote di tutto il continente africano: se siete appassionati di off-road e di luoghi assolutamente incontaminati è il posto che fa per voi.
Caprivi: è la stretta lingua di terra che si inoltra nel continente e l’unica zona del paese con foresta pluviale. Ha parchi pieni di animali e, per il tipo di vegetazione e di fauna assomiglia più al Botswana ma la distanza dalle altre località e i disordini (non del tutto sopiti) legati a tentativi di separatismo dei Capriviani complicano le cose.
Skeleton Coast: un pacco. Innanzitutto è proibito andarci se non passando per alcuni passaggi obbligati, il paesaggio è deprimente (ininterrotte sabbie grigie) e i famosi relitti delle navi naufragate sono difficili sa raggiungere, quando non completamente seppelliti dalla sabbia. Da evitare.
Non lontano da Swakopmund, molti vanno a visitare la colonia di leoni marini di Cape Cross. A parte il fetore che si sente da decine di km prima, quando ci siamo stati noi era aperto il “periodo del controllo numerico” durante il quale vengono macellate, direttamente sulla spiaggia, non so quanti capi al giorno (ufficialmente perché mangiano il pesce che i pescatori della costa vorrebbero per sé). Abbiamo evitato.
L’unica cosa che mi interessava parecchio e che non abbiamo avuto modo di includere nell’itinerario era la parte tra la capitale e il Botswana, area quasi completamente priva di turismo e abitata dalle ultime comunità Boscimani. Popolazione interessantissima e tra le più studiate al mondo perché ritenuti gli ultimi cacciatori/raccoglitori, vivono in una delle zone più remote e povere del paese. La presenza di pochissime piste costringe a continui spostamenti in off-road, con tutte le complicazioni (completa autosufficienza ed estrema lentezza nel coprire le distanze) che ciò comporta.

The end.

Edited by bosforo65 - 6/11/2008, 12:00
 
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view post Posted on 8/10/2008, 20:56

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Sono a Tua disposizione (ed eventualmente anche di altri) per ogni quesito o richiesta riguardo New York. Come puoi constatare, Ti ho anticipato.... ;)
 
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view post Posted on 8/10/2008, 22:00
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allora, sarò a NY dal 29 ottobre e partirò l'1 novembre, quasi 4 giorni quindi.
dormirò in zona Wall Street, siamo 2 coppie + 1 bimba di 6 anni.
l'unico appuntamento fisso che ho è al Madison Square Garden per la sera del 29/10 con l'esordio casalingo dei Knicks e, si spera che i problemi alla schiena non lo facciano stare in tribuna, del Gallo.
a me piacciono i musei ma non sono particolarmente amante delle città moderne (ad eccezione di Tokyo). dato il tempo a disposizione, cosa visiteresti nel non tanto tempo a disposizione?

sicuramente, essendoci delle donne, non ci si potrà esimere dallo shopping. a parte l'abbigliamento e le calzature sportive, mi dicono che c'è una vastissima scelta di materiale tecnologico ma temo che i formati siano diversi. qualche consiglio?
 
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view post Posted on 8/10/2008, 23:05

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Musei
Direi in primis il Metropolitan. A seguire il Museo di Storia Naturale, Planetario compreso. Sono agli opposti del lato lungo di Central Park. C'è poi il Mo.Ma anche se non sono un amante del genere (Arte Moderna).

Abbigliamento :
Abercrombie & Fitch - 5 Avenue incrocio 56 Street. Alla donne piace molto (per i modelli all'interno) ed anche agli uomini (gnocche da paura sempre all'interno :woot: ). A parte i commessi è uno dei negozi più frequentati di NY e all'interno si vende abbigliamento giovane, casual e... di moda. Lo stesso negozio, in formato ridotto (e senza gnoccheria...) lo trovi a Pier 17 (sotto il ponte di Brooklyn)
Paragon - Sulla Broadway incrocio 18 Street. Il negozio sportivo più fornito di tutta la Grande Mela.
Yankees Store - Presente sulla 5 Avenue tra la 36 e la 37 Street ed anche a Pier 17 (questo è più fornito). Tutto about Yankees...
Macy's - Il grande magazzino più famoso del mondo. Situato sulla 34 street West (se vuoi Ti spiego come è strutturata Manhattan - Avenue - Street West and East). Tessera sconto dell'11 per cento al piano 1 1/2 Visitor Centre. Tutte le marche dalle più prestigiose alle meno famose.
Sono presenti, soprattutto a Chelsea, in prossimità della NYU numerosi negozi che vendono Levi's e quant'altro.

Domani proseguo. Ho sonno....
 
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view post Posted on 9/10/2008, 07:26
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a parte i musei da te citati, che sicuramente meritano una visita, cos'altro consiglieresti? Ellis Island è così interessante? immagino andrò a vedere la Statua della Libertà, forse più per fotografare lo skyline.
salire sull'Empire State Building è un'impresa (nel senso che ci sono file kilometriche) o no? è meglio prenotare, ammesso che si possa fare via internet?

per quanto riguarda lo shopping, non lo so. a me di spendere tempo e denaro a cercare dei jeans o delle magliette mi pare un controsenso. materiale più interessante? materiale fotografico? gallerie d'arte? oggetti di design? sport memorabilia? cose strane ma difficilmente rintracciabili altrove?
 
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view post Posted on 9/10/2008, 19:35

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CITAZIONE (bosforo65 @ 9/10/2008, 08:26)
a parte i musei da te citati, che sicuramente meritano una visita, cos'altro consiglieresti? Ellis Island è così interessante? immagino andrò a vedere la Statua della Libertà, forse più per fotografare lo skyline.
salire sull'Empire State Building è un'impresa (nel senso che ci sono file kilometriche) o no? è meglio prenotare, ammesso che si possa fare via internet?

per quanto riguarda lo shopping, non lo so. a me di spendere tempo e denaro a cercare dei jeans o delle magliette mi pare un controsenso. materiale più interessante? materiale fotografico? gallerie d'arte? oggetti di design? sport memorabilia? cose strane ma difficilmente rintracciabili altrove?

Riguardo la Statua della Liberta' non vale la pena di fare la fila a Battery Park ma piuttosto prendere la Circle Line 42 Street West Pier 83 (per intenderci Manhattan lato New Jersey) per vedere lo skyline (e la Statua stessa) dall'Hudson. Mi raccomando il giro completo (durata 3 ore) anche se Ti fermerenno prima dello Yankee Stadium per tornare indietro. Il punto di partenza della Circle Line lo vedi con chiararezza perchè da sabato è tornata al suo molo la portaerei museo Intrepid situato proprio di fianco a quello menzionato. Tralascerei anche Ellis Island.
L'orario giusto per salire sull'Empire intercorre tra le 16 e le 17. Alla mattina, anche presto lunghe file, come alla sera del resto. Un altro terrazzo di grande interesse è situato a Rockfeller Center che conosci senza dubbio per via della pista di pattinaggio ai piedi di una statua dorata.

Materiale fotografico (ma a Te non interessava?)
B&H senza ombra di dubbio. Ubicato all'incrocio della 9 Avenue e la 33 Street West. Un negozio così bello non l'ho mai visto. Attento: sono ebrei e quindi sono chiusi per festività (loro) fino al 22 Ottobre.

Gallerie d'Arte
Non sono interessato a quadri e quant'altro. Riguardo invece la fotografia (ma a Te non interessava?) c'è una bella collezione al Moma. Non ricordo però l'autore....

Oggetti di design
Mentre cammini per strada butta un occhio a destra e a sinistra.... Direi comunque Chelsea e Greenwich sono i posti più indicati.

Sport memorabilia
Riguardo palline da baseball e mzze autografate puoi buttare un occhio all'interno del negozio dei due negozi degli Yankees sopra menzionati.

Cose strane ma difficilmente rintracciabili altrove?
Vale quanto detto per gli Oggetti Design


Domanda : hai idea di come Ti devi orientare tra Street ed Avenue o Te lo devo spiegare?

Edited by Franz 68 - 10/10/2008, 21:27
 
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view post Posted on 10/10/2008, 08:14
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CITAZIONE (Franz 68 @ 9/10/2008, 20:35)
Riguardo la Statua della Liberta' non vale la pena di fare la fila a Battery Park ma piuttosto prendere la Circle Line 42 Street West Pier 83 (per intenderci Manhattan lato New Jersey) per vedere lo skyline (e la Statua stessa) dall'Hudson. Mi raccomando il giro completo (durata 3 ore) anche se Ti fermerenna prima dello Yankee Stadium per tornare indietro. Il punto di partenza della Circle Line lo vedi con chiararezza perchè da sabato è tornata al suo molo la portaerei museo Intrepid situato proprio di fianco a quello menzionato. Tralascerei anche Ellis Island.
L'orario giusto per salire sull'Empire intercorre tra le 16 e le 17. Alla mattina, anche presto lunghe file, come alla sera del resto. Un altro terrazzo di grande interesse è situato a Rockfeller Center che conosci senza dubbio per via della pista di pattinaggio ai piedi di una statua dorata.

Materiale fotografico (ma a Te non interessava?)
B&H senza ombra di dubbio. Ubicato all'incrocio della 9 Avenue e la 33 Street West. Un negozio così bello non l'ho mai visto. Attento: sono ebrei e quindi sono chiusi per festività (loro) fino al 22 Ottobre.

Gallerie d'Arte
Non sono interessato a quadri e quant'altro. Riguardo invece la fotografia (ma a Te non interessava?) c'è una bella collezione al Moma. Non ricordo però l'autore....

Oggetti di design
Mentre cammini per strada butta un occhio a destra e a sinistra.... Direi comunque Chelsea e Greenwich sono i posti più indicati.

Sport memorabilia
Riguardo palline da baseball e mzze autografate puoi buttare un occhio all'interno del negozio dei due negozi degli Yankees sopra menzionati.

Cose strane ma difficilmente rintracciabili altrove?
Vale quanto detto per gli Oggetti Design


Domanda : hai idea di come Ti devi orientare tra Street ed Avenue o Te lo devo spiegare?

preziose le dritte su Statua, Ellis Island e Empire St. Blgd.

B&H, come sai mi interessano le foto ma non ho mai avuto delle macchine speciali né supertecnologiche. finora ho sempre fatto con due vecchie macchine manuali (che funzionano in tutte le condizioni...): del resto quello che conta è il manico... ;)

Gallerie d'arte
sei un barbaro

sport memorabilia
più che degli Yankees, della NBA

orientamento
non mi ero nemmeno posto il dubbio: spiega pure
 
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view post Posted on 12/10/2008, 07:35

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La parte alta di Mahnattan (dalla prima Street a salire verso nord, per intenderci) è suddivisa in Avenue e Street. Per parte alta di Mahnattan intendo dal distretto di Chelsea direzione nord. Le Avenue, in verticale, sono 12 dal lato palazzo Onu sino al New Jersey. Le Street, orizzontali, ovviamente molte di più e si suddividono in West ed East. E' proprio la 5 Avenue che funge come sorta di confine. Tra una Street e l'altra ci sono circa un centinatio di metri mentre tra una Avenue e l'altra circa 500....
 
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view post Posted on 24/10/2008, 17:57
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Con colpevole ritardo, qualche foto di Valencia:

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view post Posted on 27/10/2008, 20:32

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Bosforo non scrive più.... Non è che è stato mangiato da un orso o sodomizzato da un'alce?
 
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view post Posted on 2/11/2008, 14:37

NYPD

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Mi sa che Bosforo è vicino al rientro....
 
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view post Posted on 6/11/2008, 12:02
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called for travelling

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giusto per rinfrescarmi il ricordo qualche immagine del viaggio in Namibia di un anno fa, relative al deserto.

la Dead Vlei con alle spalle la Big Daddy, la duna più alta del mondo (300 metri circa9.
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duna al tramonto
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tempesta di sabbia nei pressi di Walvis Bay
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il deserto del Namib visto da un bimotore
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view post Posted on 6/11/2008, 15:59
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Bello... :)
 
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view post Posted on 6/11/2008, 16:02

NYPD

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CITAZIONE (Air16 @ 6/11/2008, 15:59)
Bello... :)

E' tutto roba finta, rielaborata con Adobe Fotoshop...
 
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syd_imbro
view post Posted on 6/11/2008, 16:03




CITAZIONE (Franz 68 @ 6/11/2008, 16:02)
CITAZIONE (Air16 @ 6/11/2008, 15:59)
Bello... :)

E' tutto roba finta, rielaborata con Adobe Fotoshop...

ma è ovvio,hai visto come è scritto perfetto "bosforo 65" sulla sabbia? non ci posso credere che sia opera della natura e del caso
 
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2156 replies since 8/10/2008, 11:32   31394 views
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