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| Gazzetta dello Sport CHI FA IL REGISTA? CHI È IL PIVOT? IDENTITÀ E GERARCHIA I PROBLEMI ANDREA PUGLIESE
ROMA - Sia crisi o no, ce lo diranno i test con Fenerbahce (domani in Eurolega) e La Fortezza (domenica, ore 12). Di certo, una mini-crisi c'è. Perché Repesa con Roma tre partite di seguito in regular season non le aveva mai perse e perché nei 6 anni precedenti le sue squadre avevano subito cento punti 3 volte. Quest'anno è successo già due volte. E allora vediamo perché Roma, nonostante un roster di talento (secondo solo a Siena), ha la stessa striscia (4-3) dello scorso anno.
Gerarchie Finora Repesa ha cercato di capire e sperimentare. Le partite che decidono, del resto, si giocano più in là. Ma il tentativo di ottenere la chimica migliore ha creato smarrimento, togliendo certezze alla squadra. Qual è il quintetto titolare? A chi toccano certe responsabilità? Chi è il centro della Lottomatica, Brezec (in difficoltà sui lunghi mobili) o Hutson? E il play? Già risolvere l'ultimo enigma sarebbe un passo avanti. Finora Repesa ha alternato Jennings e Jaaber. Ma il primo sta imparando il basket dei grandi e ha bisogno di tempo. Jaaber, invece, è una guardia adattata: ottimo per intensità difensiva, meno nella costruzione del gioco. Per di più, ha le fatiche con la nazionale sulle spalle. Potrebbe andare Becirovic, che ha un talento pazzesco e sa fare tutto. Ma la soluzione può essere Giachetti, che è quello che vede meglio il gioco e da più equilibrio (vedi la rimonta di Pesare, da -21 a -9).
Smarrimento Sicuramente, poi, lo schiaffone con Siena ha pesato. Lo stesso Giachetti, nel dopo-gara, ha ammesso: «È un k.o. che ci è rimasto dentro». Roma sperava di aver raggiunto Siena o — perlomeno — di essersi avvicinata. Non è così, almeno per ora. E l'autostima del gruppo ha finito con il risentirne. In più, proprio i continui cambi di scelte e la gestione (non facile) di una panchina lunghissima, ha creato difficoltà d'intesa tra alcuni giocatori e il coach.
Difesa out E questo si ripercuote in campo, quando i messaggi che arrivano dalla panchina non sempre sono recepiti. La difesa, del resto, è sempre stata il marchio di fabbrica di Repesa, anche a costo di spendere qualche fallo in più. Stavolta, invece, quella presunta aggressività (Roma anche quest'anno, è quella più fallosa, ad eccezione di Milano) non sta pagando, né di squadra, né a livello individuale. Fenerbahce e La Fortezza ci diranno qualcosa in più. Roma è una Ferrari, ma deve riprendere a correre presto.
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