La Virtus giusta è quella di Bologna
30/11/2008, 19:35. Scritto da Marco Bonfiglio.
Il motivo per cui a Roma non si gioca mai a mezzogiorno non è la scarsa affluenza di pubblico, ma la possibilità quasi certa che il pranzo venga ritardato a causa di un supplementare. E ai tifosi della capitale andrà pure di traverso, mentre esultano quelli della Virtus nera che con Boniciolli hanno trovato una squadra che non si arrende, granitica, capace di forzare la continuazione anche sotto di sei punti a poco più di un minuto dalla fine. E di vincerla grazie ai suoi talenti, guidata dal fenomenale Boykins che prima di segnare a 3 decimi dalla fine il jump del supplementare l’aveva messa pure da centrocampo. E’ la punta di diamante di una vittoria che mantiene al secondo posto La Fortezza e lascia ingoiare Roma in mezzo alla classifica. Per l’urbe quarta sconfitta consecutiva nelle tavole nostrane e non basta la scintillante vetrina continentale a coprire la crisi: Repesa in mezzo al tavolo degli imputati ci va per i due punti persi e per un paio di scelte controverse. Non aveva Brezec per infortunio, rinuncia a Jennings per scelta tecnica, rifiuta Ray e Gigli nel finale per dare campo a un Gabini disastroso al tiro. Ma in linea più ampia sono gli esterni di Bologna a vincerla: detto del folletto geniale, c’è pure il dolore locale per l’ex Righetti che incide chirurgicamente la mattinata, insieme a Vukcevic e Langford che alla lunga fanno più di Becirovic e Jaaber. Il riferimento ai singoli si espande sulle percentuali: per difendere forte l’area Roma concede l’arco e concede 11/18 da tre agli ospiti, che in balistica la vincono definitivamente. Doveva essere la giornata delle conferme e delle smentite, lo è stata: Roma è un cantiere aperto nel quale il suo allenatore non ha ancora definito gerarchie e necessità, che accetta tutti i cambi sul primo blocco e per questo concede troppi minuti a gente che non la mette mai, anche se non va dimenticato che la sua partita difensiva è degna di nota e passerà inosservata solo per il risultato finale. Bologna è l’avversaria più credibile di Siena in questo momento: per talento e profondità di rotazioni non è una notizia, per mentalità e carattere arriva la certificazione del Palaeur.
I numeri – Per lungo tempo, sul legno, si vedono due squadre che hanno paura di prendersi la posta. Il punteggio rimane incollato per trentotto minuti, con Roma che non riesce a scappare e Bologna che sta attaccata al vagone fino al 69-63. Repesa aveva dominato in vernice con l’enorme Hutson e tenuto Ford e Arnold ad arredamento del palazzo, andando anche di fantasia con quattro piccoli o De La Fuente in ala grande per qualche tratto. Boniciolli prova invece ogni tanto senza un portatore di palla puro, spesso giocando con i due americani lunghi sulla lunga scelta di Roma di tenere Gabini da quattro, ma nell’ultimo periodo si vede un 9/33 dal campo delle due squadre che lascia capire quanta imprecisione abbia assalito l’Eur nel momento decisivo. Vero che l’urbe si era affidata anche a Ray per avere dagli esterni una specifica pericolosità offensiva, ma insieme a Gigli la sua esclusione dai minuti che contano è il mistero più grande della giornata. Ciò detto, Roma non è comunque precisissima in vernice dove chiude col 45%, tenendo gli ospiti al 42% e Ford e Arnold a 2/9 dal campo, paradossalmente aiutata dall’assenza di Brezec che era il meno indicato per marcare i lunghi avversari. La mossa però costa sul perimetro, dove il 61% di Bologna è strepitoso, ma almeno 5 sulle 11 triple a bersaglio sono coi piedi per terra. Mentre ovviamente il 5/18 dell’urbe è raccapricciante, associato all’1/8 tra quarto periodo e supplementare, montato dallo 0/4 di Gabini che ha davvero troppi tiri decisivi per le mani. E’ qui che si decide la mattina, il resto è quasi tutto equilibrio, dai rimbalzi dove La Fortezza vince 40-35 alla valutazione, 97-94 per Roma, al contributo della panca. Il 40% della capitale dal campo sovrasta anche un mezzogiorno nel quale finalmente la sua difesa fa 21 recuperi con 15 perse. In lettura alternativa, è anche la vittoria di chi dà le chiavi della squadra in mano a tre giocatori e lascia la manovalanza agli altri. Viene anche il giorno in cui Roma si fa consapevole che darla a Becirovic nel possesso che scotta non è quasi mai una buona idea e che a parte Hutson altri nomi per l’ultimo pallone non ce ne sono. Forse Ray, che però sta seduto anche quando meriterebbe un’occasione nell’ultimo minuto. Senza aggiungere che l’assetto migliore è stato con Giachetti in campo, altra dimostrazione che Repesa probabilmente fin dal riscaldamento aveva deciso di giocarsela con Jaaber e Becirovic in campo, davvero poco lucidi nella regia. Una rigidità che a Vitoria aveva funzionato, ultimamente non funziona più.
I protagonisti – Boykins non lo fermavano nemmeno di là, figurarsi se ci riesce un Jaaber in chiaro debito atletico. Ma fa lo stesso impressione, da dietro il canestro, la sua capacità di inventare parabole inesistenti anche per la fantasia fino a costruire 20 punti con 8/20 dal campo (chiaro segnale che è lui a decidere se è caso di mettersi in proprio o innescare i compagni), 7 assist e 9 di valutazione. Vero che la difesa di Roma lo costringe a 7 perse, ma la tripla che chiude il terzo periodo e il canestro del supplementare parlano di un protagonista assoluto del nostro campionato nei palloni decisivi. A ruota i 18 di Righetti, con 6/9 dal campo e la tripla del 69-68 che riapre i giochi, dicono di un esterno ritrovato appena ripreso possesso di Boniciolli, con anche 5 rimbalzi e 19 di valutazione. Il motivo probabile per cui Ray sta in tuta nel finale sono i 16 punti di Vukcevic, con 4/4 dall’arco e 15 di valutazione. In tre insomma fanno 54 punti sugli 86 totali, che diventano 66 con i 12 di un litigioso Langford, che si allaccia con Becirovic e De La Fuente ma offre anche 5 rimbalzi e 16 di valutazione. Tutto materiale che serve a superare gli 8 punti in coppia di Ford e Arnold, con Giovannoni fermo a 8, ma un paio fondamentali nella continuazione e anche 4 assist in una mattina con pochi buchi. Roma ha quattro giocatori in doppia cifra (Hutson, Ray, Becirovic e Jaaber) ma paga l’uovo deposto da De La Fuente e Gabini, che insieme sommano 65 minuti in campo. Lo spagnolo in campo ci sta perché è fondamentale in difesa, l’argentino oltre ai rimbalzi non ne dà motivo, se il criterio è la difesa su Giovannoni. Gigli, con dieci minuti di meno, aveva già fatto meglio di lui.
La cronaca – Per il mezzogiorno Repesa manda in quintetto Becirovic accanto a Hutson e Gigli, Malagoli sta accanto a Ford in area è la mossa a sorpresa di Boniciolli. Roma accetta tutti i cambi e pressa alto dalla rimessa, 4-5 con una tripla di Righetti. Jaaber e Becirovic sono ancora a letto e tre perse di fila regalano la transizione che permette a Vukcevic e Boykins il 6-12. Entrano Arnold e Langford, Ray al posto di Becirovic, Boniciolli e Repesa si specchiano con quattro piccoli. E’ 15-16 con due liberi di Hutson, dentro pure Tonolli, 19-20 a fine primo periodo con bell’impatto del raggio.
Repesa prima di Jennings prova anche Giachetti con Ray e Becirovic tre, Boniciolli prova con Arnold accanto a Ford per alzare i centimetri. Il secondo fallo di Hutson arriva con le mani che si raffreddano su due lati del campo, tripla di Ray del 26-23. La Virtus nera rinuncia ai play e Roma pressa furiosamente dalla rimessa, torna Boykins, Giachetti e Ray danno due magie per il 32-27. Tornano Tonolli e Jaaber, lo 0-7 di parziale è chiuso da Hutson per il 36-34. Punteggio sul quale si chiude il primo tempo con Repesa che mette anche De La Fuente da quattro per l’ultimo possesso. 15 punti per la panca di Roma, dal campo si tira il 50% sui due canestri.
Stesso quintetto per Repesa, Giovannoni accanto a Ford per Boniciolli. Terzo fallo di Hutson su gioco da tre punti di Langford, sull’ingresso di Gabini va dentro Arnold per dare sostanza in area agli ospiti, che ne hanno poca. Sul 40-37 Roma sbaglia quattro possessi per allungare, terzo fallo di Arnold su gioco da tre punti di Gigli. Tornano Giachetti e Ray, tripla del raggio del 46-41. Due triple di Vukcevic, sei consecutivi per lui e 49-49. Altra tripla di Ray, De La Fuente va su Vukcevic che viene sostituito da Boykins. E’ 54-57 dopo tre periodi con la tripla da centrocampo di Boykins, Hutson e Ray ne hanno messi 34 sul totale di Roma.
Qui Bologna ha 7/11 dall’arco, quarto fallo di Langford col pubblico che si accende su un non fischio di Sahin. Roma continua a stare sulle spalle dei due americani, torna Jaaber, quarto anche di Arnold. Repesa si mette con Becirovic da tre, torna De La Fuente per Ray. Boniciolli sul 58-59 va senza play, Becirovic e Jaaber non riescono a sorpassare, finalmente due dello sloveno in contropiede per il 62-61. Due liberi per Becirovic, la difesa dell’urbe continua a mordere sul portatore di palla, due liberi di Jaaber del 66-61. Sembra risolverla Hutson: gioco da tre punti impossibile contro Ford e 69-63 con un minuto alla fine. Righetti mette la tripla del 69-68 a 11’’ dalla sirena, Jaaber segna solo un libero e sull’ultimo possesso la palla torna in mano a Boykins che pareggia a 70. Supplementare.
Jaaber mette la tripla, Righetti gliela restituisce, due liberi di Hutson. Tripla di Boykins, 75-76, sorpasso di Becirovic. Giovannoni mette il 77-78, schiacciata di Hutson. Gabini sbaglia una tripla comoda dall’angolo, Vukcevic no, 79-81. Quinto fallo di Giovannoni, Hutson segna solo un libero, Ford pure. Becirovic sbaglia due possessi, va in lunetta Boykins che a 23’’ dalla fine la chiude. Finisce 80-86 è quarta sconfitta consecutiva in campionato per Roma. Che adesso nello stivale perde tutte le certezze.
PAGELLE
Jaaber 5: l’estate bulgara l’ha svuotato di atletismo, perciò non andate a guardare i suoi 13 punti, i 3 rimbalzi o i 2 assist, perché quelli sono frutto di un’energia che non corrisponde alle sue gambe. La chiave sono le 3 perse senza recuperi per uno che era il migliore scippatori di palloni sugli esterni e anche se Boykins era un’indigestione per gente anche più forte di lui, il problema risiede nell’impossibilità di fargli mettere ordine quando deve gestire il gioco dall’origine. Troppi palleggi, poco ritmo, ritardo nell’esecuzione dei giochi. Finisce a 11 di valutazione ma sbaglia il libero che forse eviterebbe la continuazione. Non è il suo ruolo, 29 minuti di alti e bassi lo rendono evidente.
Ray 7: parte dalla panca ma si vede subito che mezzogiorno è l’orario buono. Talmente in palla che anche nelle cose più facili, vedi le 3 triple su 6 a bersaglio, si complica la vita per compiacere il pubblico con un paio di crossover troppo veloci per la rètina e per la retìna. Ne mette 19 in 22 minuti con 5/12 dal campo e anche se prima di uscire sbaglia tre tiri di troppo e concede due triple a Vukcevic, la giornata sembrava proprio la sua. Invece è escluso a 6’ dalla fine e rivedrà il legno per una manciata di secondi, chiudendo con 4 perse, 1 assist e 12 di valutazione. Difficile capire cosa possa fare di più per meritarsi considerazione. La classifica parla male anche per questo, oggi.
De La Fuente 5.5: gioca, purtroppo, due partite. La prima è strepitosa, quella difensiva, dove annienta anche gente più alta di lui ed è necessario in campo per una difesa più bella del solito. E’ il motivo dei suoi 35 minuti, ripagati con 5 rimbalzi e 4 recuperi. La seconda è un pianto, come altre volte gli è capitato, 0/6 dal campo suddiviso egualmente in errori da due e da tre, non bastano 2 assist per non rimpiangere Datome, che sta in panca ma ancora non è pronto. Vero che Repesa enfatizza il suo utilizzo nel non avere un’ala piccola in rotazione, difficile pensare a chi potesse difendere al posto suo, facile dire che forse in una balistica tanto amara un’alternativa si poteva cercare per qualche minuto.
Hutson 8: servono parole? L’ala grande più forte del campionato, semplicemente. Smantella con facilità irrisoria Ford e Arnold su due lati del campo, se riceve a due metri dal canestro sono due sicuri, fa 27 punti con 9/13 dal campo ed esegue perfettamente il piano partita che prevede andare in vernice sempre anche per guadagnare falli. Infatti è 9/11 dalla linea, cui aggiunge 7 rimbalzi di cui 4 offensivi, 4 recuperi, 1 assist, 1 stoppata, 34 di valutazione. Il suo gioco da tre punti del 69-63 è fantascienza pura, con il corpo che guarda verso la propria panca, non basta nemmeno questo per vincerla. La nota più bella in una mattina stonata.
Giachetti 7: Repesa ha l’intuizione di farlo esordire presto, non il coraggio per dargli altri minuti nel finale. Ma nei suoi 13 c’è tutto: intraprendenza con 6 punti attaccando il canestro dal lato sinistro, 1 rimbalzo, 3 recuperi difendendo forte su Boykins, 7 di valutazione. Tranquillo, lucido, pare davvero il play d’ordine che non è mai stato e che da più fronti era stato invocato come salvatore della patria. Meritava di più.
Jennings n.e.: non gioca, ma la motivazione preoccupa dalle parole di Repesa: 'Per rendimento in allenamento Giachetti meritava più di lui'. Oltre al resto, Roma deve risolvere anche il problema del ragazzo prodigio che a dicembre sparisce addirittura dalle rotazioni.
Becirovic 5: le considerazioni sono un paio, collegate una all’altra. Se ha problemi di autonomia nel giocare due partite da protagonista a settimana, come pare evidente, Roma è in un guaio. Perché deve giocare anche per gli altri ma è in ritardo con le mani e la testa, vedere come cerca Gigli in ritardo sui giochi a due per capire, e se non trova ritmo al tiro è un disastro perché si fa testardo. Ecco appunto 10 punti con 3/12 al tiro, in 35 minuti nei quali Repesa ha paura a privarsene perché è comunque tra i pochi a penetrare la vernice dal palleggio, spesso insistendo troppo. Porta 3 rimbalzi, dopo il primo tempo ha già 4 perse, serve anche 5 assist nel suo 11 di valutazione ma sbaglia tutto nel supplementare e anche in precedenza, dove i possessi per tornare in vantaggio sono tutti cannati. Non è più un dubbio che l’ultimo pallone non debba essere suo perché tende a incartarsi, ma si torna alla considerazione iniziale. Potrebbe venire alla luce che per le sue ginocchia due a settimana da uomo fondamentale siano troppe. Storia da approfondire.
Gabini 4: discorso simile allo spagnolo. Sta in campo 30 minuti perché ha energia, anche se incanalata in maniera negativa nelle letture offensive, anche questa sua caratteristica. A volte si perde l’uomo dal lato debole per aiutare dove non deve, ma è comunque uno dei motivi per cui Roma rimane avanti con un quintetto piccolo. Di là però esordisce con una tripla che coglie l’incrocio dei palli e non si fermerà più: 0/7 dal campo, 0/4 dall’arco, la tripla del supplementare comoda in angolo che svernicia il ferro, di là Vukcevic nella stessa situazione che punisce. Non ci vuole troppo a capire che non va alimentato in condizioni del genere, eppure i tiri più pesanti se li prende lui. Quando si parla di gerarchie latenti, è esattamente questo.
Gigli 6.5: contribuiva ampiamente a smantellare i lunghi di Bologna, in 20 minuti da 6 rimbalzi, 2 recuperi, 1 assist, 1 stoppata e 14 di valutazione. Gioco da tre punti nel terzo periodo, prima della panchinata definitiva per dare spazio al Gabini avulso dalla partita. Segna 5 punti con la solita enciclopedia di energia, altro mistero la sua esclusione dai momenti clou.
Tonolli s.v.: quattro minuti tanto per assaggiare il legno, con 1 rimbalzo tanto per smuovere il tabellino.
Repesa 4: il voto non è per la singola partita, ma per le quattro perse in fila. Non esiste che ci siano problemi di abbondanza, dopo che per anni in autunno il problema era la povertà del roster. In realtà prova ad arginare chiudendo la porta a Jennings, senza Datome e Brezec, ma ci prende talmente gusto da tirarla in faccia anche a Ray e Gigli, che invece meritavano. C’è anche fantasia nelle sue scelte, vedi Becirovic da tre, De La Fuente da quattro nel secondo periodo, il Giachetti accanto a Ray, il pressing tutto campo alternato alla scelta di mandare il piccolo dentro l’area per chiudergli ogni linea di passaggio. Ma il problema è la gestione del finale, che non convince più, nemmeno dentro la società. Dove infatti iniziano a mugugnare. Per tanti motivi dopo 8 giornate i risultati sono gli stessi dell’anno scorso e allora è automatico: se sul mercato si è operato per tempo e con abbondanza, le responsabilità ovviamente a questo punto oltre che di chi gioca sono dell’allenatore. Che deve trovare soluzioni, e alla svelta.
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